“Inevitabile”. Così, secondo quanto riporta il prestigioso Times di Londra, un anonimo pezzo da novanta della discografia bene informato sui fatti avrebbe commentato le indiscrezioni delle ultime settimane, che riattizzano le voci di una possibile fusione tra EMI e Warner Music sulla scia di quella, imminente, tra Sony e BMG (vedi News). <br> Le due società continuano a smentire a suon di comunicati ufficiali, e altrettanto ha fatto in prima persona, e in più occasioni, il presidente EMI Eric Nicoli (vedi News): ma sembra che, prese di sorpresa dalla relativa facilità con cui i concorrenti sono riusciti a convincere gli organi antitrust delle buone ragioni del loro “merger”, abbiano davvero deciso di riprovarci dopo gli abboccamenti senza frutto dei mesi passati (vedi News). <br> Una combinazione EMI-Warner permetterebbe alle due case discografiche di non restare schiacciate dai colossi Universal e Sony BMG, e rientrerebbe dall'inizio nei piani di Edgar Bronfman Jr. e dei suoi finanziatori (il gruppo Thomas H. Lee in primo luogo), desiderosi di rientrare almeno in parte e il prima possibile dall'investimento sostenuto per acquistare Warner Music.