La recente indagine di Music Business Worldwide / Twitteraudit sui big della musica a stelle e strisce ha gettato un’ombra inquietante sulla effettiva popolarità di star americane – eclatante l’esempio di Katy Perry, i cui follower risultano essere "solo" 22 dei 64 milioni orgogliosamente esibiti sulla sua pagina personale. Ci siamo chiesti, pertanto, quale fosse la situazione delle tweetstar musicali nostrane e, per scoprirlo, ci siamo affidati a Obo Digital, società specializzata in ricerche social che ha applicato la metodologia Twitteraudit spiegata nel dettaglio a questo indirizzo a una classifica elaborata incrociando gli account ufficiali presenti sulla piattaforma di microblogging alle chart Top of the Music di FIMI GfK e iTunes prodotte negli ultimi due mesi. Se negli USA nei primi cinque posti della già citata rilevazione le percentuali di fake followers erano superiori al 50%, l'analisi condotta sui dati di 50 account di band e artisti italiani evidenzia una situazione analogamente negativa: la media di fake tra i primi cinque è del 56,11%, quella tra i primi 10 è del 52,62% e quella complessiva è del 45,57%. Leggi qui la classifica ordinata per numero totale di follower Jovanotti, coi suoi 2 milioni e 495mila followers, è l'artista italiano più seguito su Twitter: passato al setaccio da Twitteraudit, il 66% dei fan - poco meno di un milione e settecentomila - sono composti da account inattivi o disabilitati. Al secondo posto - quando siamo andati a controllare, il 19 febbraio scorso - c'era Luciano Ligabue, con un milione e 554mila followers, dei quali poco più di un milione (il 64%) da considerare non attendibili. Terza - per numero di followers, nello specifico un milione e 537mila - era Laura Pausini, una delle superstar più virtuose, con una percentuale di fake pari a "solo" il 37%, cioé di 570mila account non verificati. In quarta posizione, tuttavia, Emma Marrone - che vanta sul proprio profilo un totale di un milione e 171mila follower - torna a far alzare la media, con una percentuale di fake pari al 60%, tradotta, in numeri, in 698mila account non verificati presenti nel proprio seguito. A chiudere la top five, nella classifica dei cantanti italiani più seguiti su Twitter, c'è Fabri Fibra, con poco meno di un milione e 100mila follower, 479mila dei quali (il 44%) risultati falsi alle analisi di TwitterAudit. Leggi qui la classifica ordinata per percentuale di fake Non è necessariamento questione di malafede e di follower creati ad arte da agenzie specializzate: spesso gli account vengono abbandonati per più ragioni, nel tempo, e una lunga militanza sul social network - specie se associata ai grandi numeri - può giocare un ruolo determinante nel far innalzare le percentuali di follower non verificati. Se questa dovesse essere la spiegazione, tuttavia, vorrebbe dire che dal gennaio 2009 (data di iscrizione di Ligabue a Facebook), un milione di fan del rocker di Correggio ha perso la password del proprio account o deciso di abbandonare il microblogging: la stessa scelta, più o meno, fatta dai 106mila (su 193mila, il 55%) di Piero Pelù, o dal milione e 700mila (su 2 milioni 495mila, il 66%) di Jovanotti (iscritto anche lui da gennaio 2009), o ancora dai 698mila dell'iscritta dal dicembre 2011 Emma Marrone (su un milione e 170mila, il 60%) e dai 372mila (sui 734mila, il 51%) di J-Ax, iscritto dal giugno del 2009. Leggi qui la classifica ordinata per numero di fake Sembra di voler pensare male a tutti i costi, perché - dati alla mano - drogare il dato relativo ai follower su Twitter certo non aiuta a fare breccia in classifica: non saranno stati, infatti, 268mila fan di natura sospetta (tanti ne risultano sull'account del rocker di Zocca, il 46% del totale, 583mila) a portare "Sono innocente" di Vasco Rossi in vetta alla classifica degli album più venduti in Italia nel 2014. E scorrendo la chart FIMI relativa all'ultimo anno viene sì difficile pensare che a certi risultati artisti come Tiziano Ferro, Modà, Biagio Antonacci, Gianna Nannini e lo stesso Ligabue possano essere arrivati dove sono grazie a una scorciatoia tanto bislacca da sembrare ingenua, ma viene altrettanto difficile pensare che oltre un milione e settecentomila persone (a tanto ammonta il totale dei fake fan rilevati sugli account degli artisti italiani citati sopra, e presenti nella top 10 della FIMI Album Chart relativa al 2014) possano essersi iscritte a Twitter per seguire il proprio artista preferito senza mai loggarsi, nella migliore delle ipotesi, al proprio account. Ci sono anche, è giusto segnalarlo, casi di big virtuosi, che cioé abbiano saputo contenere il margine di account non verificati tra i follower entro limiti che statisticamente possano essere considerati fisiologici, cioé non imputabili ad azioni mirare a ingrossare artatamente la propria fan base online: è il caso dei neovincitori del Festival di Sanremo Il Volo, che su 263mila follower contano solo 52mila fake (il 20%), di Emis Killa (133mila fake su 447mila, il 30%), di Morgan (65mila su 203mila, il 32%), Gué Pequeno (107mila su 325mila, il 33%, sette punti in meno dei Club Dogo, che con 89mila fake su 227mila salgono al 40%) o ancora di Eros Ramazzotti, che con poco meno di 191mila fake su 533mila ferma la percentuale al 36%. Leggi qui la classifica completa dei big epurata dal dato inerente i fake follower. A voler immaginare una classifica di tweetstar "depurata" da follower fake o non verificati - e quindi basata su quello che si supporre essere il seguito reale - Laura Pausini, con 967mila follower certificati, staccherebbe di oltre 100mila follower Jovanotti, che si fermerebbe a 836mila, seguito da Fabri Fibra, terzo con 620mila follower reali. Il dato da considerare, però, è che senza l'apporto di fake follower nessuna delle star italiane della canzone supererebbe la soglia - almeno, non per ora, perché la Pausini ci sarebbe comunque molto vicina - del milione di follower. A questo indirizzo, in ogni caso, abbiamo stilato la classifica dei 50 artisti italiani più seguiti su Twitter considerando i dati relativi solo ai follower reali. Inutile tacciare gli artisti di malafede: band o cantanti a questi livelli di strategie promozionali non se ne occupano, perché, per fortuna loro (e nostra) in altre faccende affaccendati. Possibile, quindi, che percentuali così alte di follower dubbi possano essere la combinazione del fisiologico ricambio di utenza sulla piattaforma e di passate campagne social orchestrate da audaci agenzie collaboratrici con il management degli stessi. Certo è che difficilmente ai gestori della piattaforma stessa potrebbe venire in mente di avviare un serio (e sistematico) processo di epurazione delle iscrizioni artefatte. In primis perché nell'impossibilità di valutare caso per caso non rimane che affidarsi a un algoritmo, che per quanto ben scritto le sfumature difficilmente riesce a coglierle. L'ultimo a provarci, in ordine di tempo, è stato Instagram, e le reazioni di diversi utenti, anche vip, non sono state delle migliori: il rapper Tyga, per esempio, non ha mostrato particolare soddisfazione nel vedere i propri followers scendere, in una sola notte, da 5 milioni e mezzo a due milioni e duecentomila. Poi c'è da considerare un altro aspetto, che è quello delle dimensioni, che contano, soprattutto se si è quotati in borsa - come Twitter - e si è costantemente sotto la lente di ingrandimento di società di rating e analisti finanziari. Ultima cosa, e non meno importante: per curiosità, abbiamo ritenuto opportuno (e corretto) compiere una auto-indagine sul profilo Twitter della nostra testata. Questo è il risultato: