"Ci sono solo cretini delle multinazionali ubriachi che vanno a braccetto con gli altri vampiri della discografia e cocaina. Sono tutti ubriachi, per sentirsi più fighi. Poi c'è la burocrazia degli organizzatori con le sue regole assurde. E poi branding, branding, branding. Tutte stronzate". Questa la voce - registrata due anni fa, nel 2013 - di Zachary Cole Smith, già nei newyorchesi Beach Fossils e dal 2012 a capo del progetto indie-shoegaze Diiv: voce decisamente fuori dal coro, perché non riguardante un happening organizzato in qualche lussuoso resort hollywoodiano dai mogul del mainstream a stelle e strisce, ma il South By Southwest di Austin, manifestazione che ha chiamato - per il discorso inaugurale - gente come Dave Grohl, Bruce Springsteen e Neil Young, cioè artisti che possono anche non piacere, per carità, ma che - senza dubbio - se c'è una cosa che hanno a cuore è la musica. E chi la fa. Non è una novità che gli organizzatori dell'evento, da qualche anno a questa parte, abbiano aperto le porte ai grandi marchi per aumentare le proprie risorse, data la rilevanza, l'eco mediatica e di conseguenza le proporzioni che l'iniziativa ha assunto, edizione dopo edizione. Da quella del 2015 ci sarà anche McDonald's tra i grandi brand che interverranno come partner e sponsor: il colosso della ristorazione sarà parte attiva del raduno con diverse iniziative, che includeranno - oltre a trovate di carattere prettamente commerciale, come un food truck che distribuirà patatine fritte e wi-fi gratuito - anche uno spazio riservato a showcase musicali. E proprio a questo proposito, in Rete, si sono registrati i primi malumori. Una band di New York, gli Ex Cops, ha accusato in un post pubblicato sulla propria pagina Facebook ufficiale la multinazionale di offrire opportunità di esibizioni ma a titolo completamente gratuito. "McDonald's ci ha chiesto di esibirci presso il loro spazio al South by Southwest, prospettando 'una grande opportunità in termini di visibilità' e assicurandoci la presenza in loco del loro 'team digitale globale per un aiuto nella promozione'", si legge nella lettera aperta firmata da uno degli elementi della band, Brian Harding: "Ci siamo chiesti se una grande corporation come McDonald's, valutata attualmente oltre 90 miliardi di dollari, volesse pagare, anche poco, i talenti che ha scelto e contattato, e la risposta è stata: 'Sfortunatamente non è previsto budget per gli artisti'". "Recentemente abbiamo suonato in un nuovo locale di Brooklyn", ha proseguito Harding: "Un posto piccolo, gestito da gente della nostra età che faceva questo lavoro da dipendente e che ultimamente ha deciso di mettersi in proprio. Non gli abbiamo chiesto il loro reddito annuale, ma quello che possiamo dire è che - dal punto di vista economico - siamo stati trattati in modo estremamente corretto: siamo stati pagati, e ci è stato offerto da bere e da mangiare (...). E' una realtà orrenda e nauseante vedere le grosse corporation far emergere la loro vera natura per accattivarsi i favori dei più giovani: la Doritos un paio d'anni fa avrà ricevuto parecchie critiche per il proprio palco al SXWS, ma non metto in dubbio che abbiano pagato Lady Gaga (...). Raggiungere un minimo di visibilità è un'impresa erculea al giorno d'oggi, ma il nostro destino sarà questo, fino a che noi artisti continueremo a dire 'sì' in cambio di un assaggio di successo. Anche quanto questi puzzi come uno schifoso Fish filet".