Più ancora di quanto comunicato oggi in via ufficiale riguardo alla mera line up - la data di Juanes, aggiunta in cartellone per il 14 luglio, o, il 2 giugno, lo spostamento del Sonisphere con Metallica, Faith No More e altri dagli spazi di FieraMilano, a Rho, nell'epicentro di EXPO, a quelli allestiti nell'area esterna del Forum di Assago - sono gli spazi per il live entertainment in quella che dovrebbe essere "la capitale italiana musicale" - la definizione è dello stesso Roberto De Luca, numero uno di Live Nation Italia e capocordata in quella che si prepara ad essere una delle rassegne rock (e non solo) di punta dell'estate meneghina - il nodo focale della presentazione del PostePay Milano Summer Festival. Perché il problema del capoluogo lombardo è sempre quello, la mancanza di spazi. "Eppure ci sono cittadine molto più piccole - penso a Barolo, Piazzola sul Brenta o Lucca, tanto per citarne alcune - prefettamente in grado di organizzare rassegne di altissimo livello", osserva De Luca, che oggi ha convocato la stampa al Fabrique, sempre a Milano, per presentare il nuovo progetto che in cartellone vanta già nomi come, tra gli altri, Slash, Noel Gallagher, Ben Harper, Libertines e David Guetta: "Noi abbiamo sempre cercato di offrire anche al pubblico milanese qualcosa di simile. Abbiamo sposato prima la causa dell'Arena Civica, che poi non è più stata concessa [non senza polemiche], poi quella dell'Ippodromo, che da quest'anno non è più disponibile. Spettacoli di alto livello si organizzano con un minimo di dieci mesi di anticipo, e avere certezze in merito alla location solo a febbraio non è sostenibile". Ecco nascere, quindi, PostePay Milano Summer Festival, forte di un main stage con un fronte da 50 metri a troneggiare su un'area ad assetto variabile da 10mila posti in piedi (con 1500 posti a sedere distribuiti su due tribune) a 30mila posti in piedi complessivi. "Per la prima edizione ci limiteremo ad 'occupare' giugno e luglio, con un quindicina al massimo di spettacoli a pagamento", spiega De Luca, sottolineando come sia stata la prospettiva a medio-lungo termine ad essere stata fondamentale nella concezione della manifestazione: "Le basi per crescere ci sono: innanzitutto, l'accordo che abbiamo stretto coi gestori degli spazi prevede una collaborazione di sei anni, nel corso della quale ci siamo posti come obbiettivo quello di arrivare a circa venticinque concerti di grande richiamo in una stagione che potrebbe spaziare dall'inizio alla fine dell'estate". Nessuna intenzione, per il momento, di trasformare la rassegna in un festival vero e proprio - con un bill compresso in una manciata di giorni e l'inevitabile area campeggio, sul modello di rassegne come quelle di Reading e Leeds: "L'abbiamo immaginata più come un polmone, a beneficio di chi vivrà la città in estate", prosegue De Luca, illustrando nel dettaglio lo spazio che ospiterà la manifestazione, "I concerti (a pagamento) rappresentano solo un parte dell'iniziativa: l'area prevede anche uno spazio a ingresso libero con musica in linea con il live del giorno, o - tutti i venerdì e i sabato - dj set gratuiti. Grande importanza, inoltre, verrà data al food and beverage, con punti di ristoro che offriranno cibo di qualità". In mancanza di sponde decise, istituzionali e non, i promoter sembrano quindi aver deciso di fare da soli. E De Luca, che durante la conferenza si è peritato di rimarcare come "questa iniziativa sia aperta a tutti gli operatori, anche a chi voglia entrare a far parte della compagine societaria", ce l'ha ribadito anche a margine della presentazione, quando gli abbiamo chiesto se un'operazione del genere - che veda i promoter allearsi per muoversi in autonomia - possa essere fatta anche in prospettiva di uno spazio analogo ma invernale, magari sfruttando una delle strutture dismesse dopo la chiusura di EXPO: "La direzione, senz'altro, è quella". Perché gli spazi, non cessa di ribadire il numero uno di Live Nation Italia, sono fondamentali. Anche quando la platea lo pungola sull'affaire biglietti Foo Fighters, finiti (in parte) a pochi minuti dall'apertura delle prevendite sui siti di secondary ticketing: "Non è la prima volta che ci capita, e penso - in particolare - ai casi di U2 e One Direction: succede quando un nome di altissimo profilo viene allocato in una location sottodimensionata rispetto alle richieste del pubblico. Sul mercato secondario ci sono biglietti per tutte le date del tour europeo dei Foo Fighters, non solo per quelle italiane. Ora, non posso escludere con certezza che siti come Seatwave e Viagogo abbiano comprato direttamente dei biglietti, ma la quantità di tagliandi finiti sul secondary market mi pare in linea con la media europea. E poi non parlerei di scandalo, come invece hanno fatto alcuni giornali, perché se io vendo un biglietto a 50 euro e la gente è disposta a ricomprarlo a 150 vuol dire che i miei spettacoli, dopotutto, non sono così cari come qualcuno li dipinge...".