Sembra proprio che Thom Yorke (frontman dei Radiohead e componente chiave degli Atoms For Peace, nonché artista solista) abbia cambiato idea a proposito della musica in streaming online. O, comunque, le sue posizioni sono mutate, rispetto alla fiera opposizione e vis polemica mostrate nel 2013. Molti ricorderanno, infatti, che in quell'annata Thom fece eliminare dal catalogo Spotify, Rdio e Deezer l'album solista "The eraser" e quello degli Atoms For Peace "AMOK". Il suo collaboratore e produttore, Nigel Godrich, all'epoca spiegò: Il motivo è che i nuovi artisti non vengono pagati un caz*o con questo metodo. E' un'equazione che non funziona. Si stanno impadronendo dell'industria musicale usando l'entrata di servizio e se non proviamo a rendere il tutto più giusto per i nuovi produttori e musicisti, allora tutta questa forma d'arte avrà a soffrirne. Con il lancio di Apple Music, avvenuto ufficialmente il 30 giugno, però arriva anche una sorpresa: non solo nel catalgo del nuovo servizio di streaming Apple troviamo "The eraser" e "AMOK", ma anche l'altro disco solista di Yorke ("Tomorrow’s modern boxes", originariamente distribuito solo tramite BitTorrent) e "In rainbows" dei Radiohead - l'unico disco dei Radiohead che non è mai stato disponibile su Spotify. Si tratta di una contraddizione abbastanza palese, rispetto alle sue posizioni di solo due anni fa. E non è facile giustificare questo cambiamento neppure da un punto di vista strettamente economico, visto che le royalties corrisposte da Apple Music dovrebbero essere sostanzialmente al pari di quelle erogate da Spotify.