Non ha perso tempo, Apple, per offrire la sua versione dei fatti - o, meglio delle statistiche - dopo il sondaggio pubblicato all'inizio di questa settimana da MusicWatch, secondo il quale Apple Music, il nuovo servizio musicale della casa di Cupertino, sarebbe in procinto una pesantissima emorragia dell'utenza che costerebbe al colosso informatico californiano diversi milioni di clienti in meno: in un comunicato invitato alla testata specializzata The Verge l'azienda ha assicurato come il 79% dei clienti aggangiati dal servizio durante il periodo di prova siano pronti a rinnovare l'abbonamento a pagamento. Come fare collimare questo dato con i risultati della ricerca di MusicWatch? La redazione di Billboard ha voluto approfondire, individuando l'origine del malinteso: la ricerca di MusicWatch è infatti riferita solo al mercato statunitense, mentre il dato fornito da Apple a The Verge - secondo quanto spiegato da un portavoce alla redazione della testata americana - riguarda tutti i 100 mercati mondiali presso i quali la casa fondata da Steve Jobs è attualmente operante: la clientela americana, più abituata a questo tipo di piattaforme, potrebbe - in parte - aver già cambiato servizio dopo essere stata incuriosita in massa dal periodo di prova. Di contro, è plausibile che Apple Music abbia avuto più mordente su altri mercati, dove il segmento è caratterizzato da una concorrenza meno fitta e dove i brand più forti - come ad esempio Spotify - abbiano maturato meno appeal presso le masse in virtù della loro relativamente breve presenza sulla Rete. La domanda però resta: quanti utenti resteranno fedeli a Apple Music dopo il trimeste di prova? Prendendo per buone le tendenze emerse dall'indagine di MusicWatch, poco meno di 4 milioni di utenti negli USA sarebbe pronti a rinnovare l'abbonamento a pagamento: se la stima dovesse realmente prendere corpo, un dato del genere - con il dovuto aumento proiettato sul mercato globale - il servizio del colosso informatico californiano si attesterebbe numericamente accanto ai servizi leader sul panorama mondiale, Deezer e Spotify, con buoni margini di miglioramento.