Torna in attivo il bilancio di Warner Music, mentre negli Stati Uniti montano le voci di un prossimo (2005?) collocamento in Borsa di azioni societarie da parte degli attuali proprietari della major, l’imprenditore canadese Edgar Bronfman Jr. e i suoi sostenitori finanziari capeggiati dal gruppo Thomas Lee Partners. <br> I risultati per i primi sei mesi del 2004 mostrano un netto miglioramento nel cash flow e una crescita del 17 % nell’EBITDA, l’indice che misura gli utili al lordo di interessi, tasse, deprezzamenti e ammortamenti: merito, sostiene il management aziendale, di un piano di ristrutturazione aziendale e di riduzione dei costi che sta procedendo a tempi più rapidi di quanto programmato e che compensa la perdurante debolezza del mercato e dei consumi “legali” (nonostante i successi di Josh Groban, Alanis Morissette, Jet e The Darkness il fatturato discografico del gruppo è sceso di un altro 3 % nel semestre, 10 % negli ultimi tre mesi, mentre sono cresciuti del 16 % gli introiti legati alle edizioni: uno dei motivi di questa flessione sarebbe la fusione tra le etichette Atlantic ed Elektra, che ha prodotto un taglio nei cast artistici e slittamenti nelle pubblicazioni). <br> “Il grosso del nostro sforzo di ristrutturazione si può dire completato, e Warner oggi è una società musicale più snella e flessibile”, ha detto Bronfman commentando i risultati del periodo. Nessuna dichiarazione, invece, a proposito di un’eventuale tentativo di “merger” con la concorrente EMI (vedi News) e della possibile collocazione pubblica di una parte del capitale nel prossimo futuro, ipotesi rilanciata nei giorni scorsi dal quotidiano New York Post e a cui mirerebbe la diffusione dei dati ottimistici e confortanti resi pubblici in questi giorni.