Citato a esempio (chi non conosce, ormai, il celeberrimo discorso "stay hungry, stay foolish"?), indicato come modello (tanto da aver meritato l'attenzione - postuma - di Bansky, che sui muri di Calais, cittadina francese tappa del flusso migratorio che dal vicino oriente sta interessando l'Europa dall'inizio della scorsa estate, gli ha dedicato un graffito, proprio in virtù delle origini siriane dei suoi genitori), quasi santificato dai tempi della sua morte, avvenuta nel 2011, Steve Jobs è stato accusato di essere il responsabile dell'implosione dell'industria musicale coincisa con l'esplosione presso le masse occidentali del Web e dei formati liquidi da Mike Herring. Che non è uno che fabbrica vinili o giradischi, ma l'amministratore delegato di Pandora, web radio molto popolare negli Stati Uniti. Riferisce Billboard che Herring, durante un incontro con potenziali investitori, abbia avuto parole di fuoco per il fondatore della casa della Mela: "Jobs ha sventrato l'industria musicale con il lancio di iTunes, e - da allora - per la discografia è stato un continuo declino. Adesso c'è la convinzione che saranno i servizi streaming a salvarla. Vedremo se accadrà. Credo che quello che serva veramente sia pensare in grande - come industria musicale - in che modo convogliare il coinvolgimento dei fan, lanciando finalmente un messaggio che abbia senso" Anche Apple, però, ha un suo servizio streaming, Apple Music. Herring ha tenuto il punto, osservando come, nonostante il colosso californiano venda milioni tra smartphone, tablet e computer in tutto il mondo, il lancio della piattaforma sia stato un flop: "Certo, magari qualche milione di persone si sarà anche iscritto, ma la verità consiste nel voler accordare al pubblico la falcoltà di scegliere di farlo, che è una scommessa molto più grande. Perché per vincerla occorre avere un grande prodotto"