Nome, blasone e successi dell’inossidabile sir britannico del rock&roll sono inestricabilmente legati al marchio della più grande casa discografica connazionale, la EMI. Dai “Move it” e “Living doll” di fine anni ’50 al gran ritorno del 1988 con il singolo natalizio “Mistletoe and wine”, il rapporto è proseguito senza interruzioni, lungo 45 anni filati e qualcosa come 200 album (che riciclavano spesso, ovviamente, lo stesso materiale). Ora, però, Cliff Richard ha deciso clamorosamente di abbandonare il tetto coniugale e di passare alla Decca, che il 1° novembre pubblicherà il suo primo album da tre anni a questa parte, “Something’s going on”. I motivi del divorzio non sono chiari, e lo stesso Richard ha anticipato che li spiegherà al momento del lancio del primo, omonimo singolo tratto dall’album, in ottobre. <br> Per ora, trapela solo notizia del fatto che il disco è stato registrato a Nashville e a Miami, contiene materiale scritto da autori giovani e classici e prevede la collaborazione, in due titoli, di Barry Gibb dei Bee Gees. Curiosamente la Decca, altra etichetta storica (oggi inglobata nel moloch Universal) con ben 75 anni di età alle spalle, aveva già avuto occasione di mettere sotto contratto Richard nel lontano 1958: all'epoca però si era lasciata sfuggire l’occasione di cavalcare l’onda rock&roll che stava travolgendo l'Inghilterra (farà lo stesso nel 1962 rifiutando l'ingaggio ai Beatles, prima di acchiappare i Rolling Stones). Ma, come ha detto laconicamente il presidente dell’etichetta Costa Pilavachi, “non è mai troppo tardi per rimediare a un errore”.