Ha iniziato nelle scorse settimane le trasmissioni una nuova emittente radiofonica, Radio Zeta l’Italiana. Ne abbiamo parlato con il suo ideatore, Lorenzo Suraci, che è anche il patron di RTL 102.5. Radio Zeta l’Italiana ha preso il testimone da Radio Zeta, la radio fondata da Angelo Zibetti nel 1976 e che nel tempo si era affermata come prima radio della Lombardia (network esclusi; la si poteva ascoltare anche in Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Toscana e parte del Veneto e dell’Emilia) e come prima e più importante fra le radio la cui programmazione è costituita in quote significative da brani di musica da ballo (quello che una volta si chiamava “liscio”). Nei primi giorni di trasmissioni, Radio Zeta l’Italiana ha suscitato il disappunto di molti ex ascoltatori di Radio Zeta, perché nella programmazione non è più presente la musica da ballo in senso stretto; in proposito è stata anche lanciata una petizione su Change.org, “Rivogliamo il liscio su Radio Zeta l’Italiana”, che ha raccolto però, va detto, soltanto poco più di duecento firme. Lorenzo Suraci: “Sì, certo, un numero così esiguo fa sorridere e non può preoccupare. Oltretutto Angelo Zibetti, nel giorno in cui abbiamo presentato Radio Zeta l’Italiana, aveva già risposto chiaramente: il cosiddetto ‘liscio’, ha spiegato Zibetti, veniva trasmesso nei due programmi che conduceva lui, e non costituiva la maggioranza della programmazione”. (Intervistato a proposito della petizione, Zibetti ha dichiarato a “QN”: “Capisco che molti ascoltatori siano rimasti delusi, ma dal momento in cui l’emittente è stata venduta a RTL i nuovi titolari hanno deciso di programmare un nuovo palinsesto a loro piacimento. C’è in atto un cambiamento che bisogna accettare. Una ragione fondamentale che ha spinto RTL a nazionalizzare la nuova radio, togliendo di fatto il tanto amato liscio, è che in tantissime regioni d’Italia non sono mai esistite frequenze simili alla vecchia Radio Zeta, dove venivano trasmesse quelle musiche. Non vorrei che gli ascoltatori si sentissero presi in giro, ma semplicemente c’è in atto un cambiamento. Bisogna saper accettare i cambiamenti ed andare avanti sempre e comunque”). Continua Suraci: “E avendo una moglie che ogni giovedì sera va a ballare, so bene che il liscio tradizionalmente inteso – valzer mazurche polke e così via – oggi non è più la musica che viene suonata nei locali: oggi si suona il melodico moderno ballabile. Io ho rilevato Radio Zeta per rilanciarla, non certo per soffocarla, e credo nel lavoro che abbiamo cominciato a fare. Anche perché in questa iniziativa mi sono messo in gioco in prima persona: sono il direttore artistico della radio, ci metto la faccia e il nome. E mi sto divertendo moltissimo, come da un po’ non mi succedeva più. Lavoro a stretto contatto con i miei programmatori, scelgo le canzoni, e anzi – purtroppo – mi sto scontrando con un problema non da poco: il repertorio delle canzoni italiane degli anni precedenti all’avvento del digitale spesso è registrato in qualità insufficiente per le esigenze attuali di una radio, specie di una radio che è anche digitale come lo è Radio Zeta l’Italiana”. Ho ascoltato per qualche giorno la radio, prima di questa nostra conversazione. Non ci sono programmi tematici, è organizzata per fasce orarie, giusto? “La nostra è una radio di flusso, che in questo momento trasmette due radiogiornali, uno all’ora e uno alla mezz’ora: ma uno dei due sparirà nel momento in cui avremo un po’ più di pubblicità, che al momento è poca. Del resto non voglio fare vendite a pacchetto con RTL; abbiamo una concessionaria nostra che su Radio Zeta l’Italiana lavora nello specifico. La radio del resto nasce con un patrimonio di oltre un milione di ascoltatori, quello di Radio Zeta, e secondo noi è più che appetibile per gli investitori pubblicitari. Mi auguro di essere in grado di rilevare quel fenomeno che è stato Radio Zeta rilanciandola e aumentandone l’importanza, grazie anche alle tecnologie che oggi permettono di ascoltare Radio Zeta l’Italiana dovunque; l’abbiamo messa anche sul digitale televisivo. Se riusciremo nel nostro intento, cosa di cui sono convinto, lo faremo anche senza metterci in contrapposizione con nessun’altra radio”: Ovvio che il pensiero vada a Radio Italia Solomusicaitaliana, che è nata nel 1982 con la missione di trasmettere solo ed esclusivamente musica italiana, ma anche ad altre radio di impianto analogo esistenti in diverse regioni italiane. “Ma ci sono anche altri network che puntano molto sulla musica italiana: la stessa RTL trasmette massicciamente musica italiana del presente e del passato. Noi non facciamo la corsa né su alcune delle emittenti del gruppo NumberOne di Sergio Gervasoni, come Radio Millenote, né su alcune di quelle del gruppo che fa capo a Roberto Zanella, in Veneto. Anche perché noi non faremo pubblicità locale, quindi non ci mettiamo in concorrenza con loro su quel terreno”. Come è nato, dunque, il progetto di Radio Zeta l’Italiana? “Il format l’avevo già in mente nel periodo in cui stavo trattando con Mondadori l’acquisizione di R101, che infatti, se l’acquisizione fosse andata a termine, avrebbe avuto questi contenuti. Quindi è la prosecuzione di quello di emittenti in Digital Audio Broadcasting già esistenti e attive, come RTL Italian Style e poi RTL l’Italiana. Quando la trattativa con Mondadori è saltata a pochi giorni dalla conclusione, sul momento mi sono sentito sollevato – anche perché quello sarebbe stato un impegno economico davvero imponente, oltre 30 milioni di euro – ma poi ho pensato a un modo in cui utilizzare certe frequenze ridondanti nella nostra disponibilità. Un giorno mi ha chiamato Angelo Zibetti, che conosco dai tempi in cui entrambi gestivamo discoteche. Anzi, l’idea di aprire RTL mi era venuta proprio perché Zibetti con la sua radio faceva pubblicità al suo locale, lo Studio Zeta di Caravaggio, che era concorrente del mio, il Capriccio di Arcene. Angelo mi ha detto: ‘Sono stanco’ – del resto ha passato da un po’ gli ottant’anni, per quanto portati benissimo – ‘vuoi fare un pensierino su Radio Zeta?’. Io ci ho pensato un po’, perché comunque rilevare una radio non è uno scherzo, soprattutto una radio con una storia come quella di Radio Zeta, e anche perché avevo vissuto la mancata acquisizione di R101 un po’ come uno scampato pericolo. Poi un giorno ho raggiunto Zibetti a Caravaggio, ci siamo incontrati in un bar e dopo mezz’ora ci eravamo messi d’accordo, anche se lui non ha voluto farmi sconti”. Radio Zeta, però, non è più quella che i suoi fedelissimi ascoltatori erano abituati a sentire. Intanto hai inserito la doppia conduzione... “La doppia conduzione in Italia l’ho creata io! Oddio, ‘creata’ magari è una parola grossa, perché ce n’erano già stati degli esempi, ma io ci ho creduto fino in fondo, e sono stato il primo a crederci così tanto. E infatti la conduzione a due oggi è anche una caratteristica di Radio Zeta l’Italiana. Proprio in virtù del fatto che questo format era già stato sperimentato in digitale, RTL 102.5 è fornitore di contenuti a Radio Zeta l’Italiana; e per i programmi della nuova radio ho voluto, in buona parte, gli stessi conduttori dei programmi di RTL. Il palinsesto è stato costruito con conduttori di RTL, con qualche inserimento: un ex di Radio Zeta, Ciccetti, ma anche lo stesso Angelo Zibetti, che è in voce anche su Radio Zeta l’Italiana come lo era su Radio Zeta”. Certo sorprende, e un po’ fa sorridere, sentire, per dire, la Zac, appassionata di musica black e r’n’b, trasmettere “All’alba vincerò” cantata da Pavarotti... “Ma questi ragazzi, credetemi, sono entusiasti, e si divertono anche loro: anzi, sono loro i primi a divertirsi. La nostra Federica Gentile, che viene dalla RAI, mi ha detto di aver ritrovato l’entusiasmo dei suoi primi tempi”. Però la definizione “L’Italiana” non è così rigorosa. Ascoltandola ci ho sentito non solo canzoni in italiano, ma anche canzoni in inglese, e non solo canzoni esplicitamente da ballo, ma canzoni di ogni genere. “La definizione ‘l’Italiana’ non si riferisce alle canzoni che la radio trasmette, ma allo spirito che la guida. Noi crediamo da sempre nell’italianità: non a caso abbiamo sostenuto Expo fra i primi. E anni fa, con Gianni Riso, avevo portato RTL a New York. Noi siamo italiani e fieri di esserlo, ma questo non vuol dire che non possiamo ascoltare con piacere ‘The lady is a tramp’ di Lady Gaga con Tony Bennett. Del resto negli anni Sessanta la musica leggera italiana si reggeva sulle cover – che allora non si chiamavano ancora così - dei grandi successi stranieri”. Nel repertorio delle orchestre da ballo, negli ultimi anni sono sempre più frequenti le canzoni provenienti dal repertorio del pop italiano “adattate” a ballabili; e spesso le orchestre includono queste canzoni nei loro dischi. Voi pensate di inserire nella vostra programmazione canzoni pop italiane di successo nella versione “rivisitata” da un’orchestra da ballo? “Le inseriamo, e le inseriremo. Certo abbiamo dovuto scremare abbastanza decisamente le canzoni che erano in programmazione su Radio Zeta, perché Radio Zeta aveva lasciato spazio troppo generosamente anche a esecuzioni non idonee per qualità. Quello che noi abbiamo traslato da Radio Zeta del resto è proprio il concetto ‘noi le balliamo così’: ma ‘balliamo’ – cioè trasmettiamo - la versione originale, non il suo rifacimento”. Tuttavia questa generosità di Radio Zeta aveva permesso la costruzione di una rete fittissima di rapporti con le orchestre da ballo… “…che però aveva anche dei risvolti commerciali, rapporti che noi invece non abbiamo interesse a mantenere”. Ma c’è la possibilità, in futuro, che Radio Zeta l’Italiana produca dischi di orchestre, così come RTL 102,5 produce dischi di cantanti e gruppi pop attraverso la propria etichetta Baraonda? “Certamente. Proprio in questi giorni ho ascoltato una canzone cantata da Omar Codazzi, il caporchestra, con sua figlia, la versione italiana di una canzone di Ariana Grande: e mi è piaciuta molto. Intendiamoci: io ho cominciato come impresario di orchestre, alle orchestre sono legato e affezionato. Ma non posso accettare e programmare canzoni incise e prodotte con uno standard qualitativo inferiore”. E continuerete iniziative come “Il Microfono d’Oro”, la gara fra orchestre lanciata da Radio Zeta qualche anno fa? “No, non è nei nostri programmi”. Quanto tempo ti sei dato per poter stabilire che questa nuova avventura sarà stata un successo? “Già grazie a Radio Zeta siamo partiti da una posizione molto solida; noi intendiamo rilanciare anche allargando il bacino di utenza, abbiamo acquisito impianti al Sud, cerchiamo di farla diventare una radio nazionale, sono convintissimo che la strada che stiamo seguendo sia quella giusta. Non posso fare scommesse sul calendario: magari ne riparliamo fa un anno…” …prima del Festival di Sanremo del 2017. A proposito, come seguirete il Festival che sta per iniziare? “Avremo una trasmissione quotidiana in diretta, da mezzogiorno alle 14, dalla nostra postazione ‘storica’ a fianco del Teatro Ariston, con Alba Parietti, Federica Gentile e Mauro ‘Platinette’ Coruzzi. E per la serata finale ci raggiungerà anche Angelo Zibetti”.