Con 30mila euro abbondanti si può acquistare un posto auto in una zona semi-centrale di una grande città italiana, una multiproprietà in una località balneare non eccessivamente alla moda, una berlina di media cilindrata o un biglietto di Adele per una delle date del tour che la star britannica di "25" farà partire questa sera da Belfast, in Irlanda. No, non è uno scherzo: a rivelarlo è il Guardian, che alla vigilia della partenza della serie di eventi che passerà anche dal nostro Paese - i prossimi 28 e 29 maggio, all'Arena di Verona - è andato a scandagliare i siti di secondary ticketing per farsi un'idea di quanto sia costretto a sborsare un fan che voglia aggirare ad ogni costo i sold-out quasi istantanei fatti registrare in prevendita. I risultati della ricerca hanno del paradossale: su Get Me In, piattaforma secondaria collegata a Ticketmaster, un tagliando per una delle date alle O2 Arena di Londra è stato messo in vendita a 24840 sterline (circa 30600 euro, al cambio attuale) a fronte di un prezzo originale di 85 sterline. Non va meglio su StubHub, altra piattaforma secondary, dove per la stessa data sono disponibili ingressi (venduti sul circuito primario sempre a 85 sterline) al prezzo esorbitante di 23,600 sterline. Cifre, queste, che fanno fare agli scalper di casa nostra quasi la figura dei buoni samaritani: per il doppio appuntamento scaligero di Adele, sulle piattaforme secondarie operanti nel nostro Paese, i biglietti più cari sono in vendita a prezzi che si aggirano intorno ai 3000 euro, esattamente dieci volte meno il prezzo imposto dagli omologhi d'oltremanica. Adele e il suo management, consci di quando una così massiccia richiesta di biglietti possa innescare storture speculative, ha dichiarato guerra aperta ai professionisti del secondary market varando, sul sito ufficiale dell'artista, una propria piattaforma - Twickets - di scambio etico che permetta sì la cessione di biglietti, ma a prezzi non superiori a quello imposto sul mercato primario.