Dopo Warner e BMG (vedi News), un’altra casa discografica brinda alla salute parzialmente ritrovata. Si tratta di Universal Music, che nel periodo compreso tra aprile e giugno è passata dal deficit di 14 milioni di euro dell’anno scorso ai 31 milioni di profitto di quest’anno, portando in attivo (+15 milioni di euro, contro i –42 milioni del 2003) il bilancio dei primi sei mesi. Merito, secondo i vertici aziendali, del giro di vite impresso agli investimenti in marketing e A&R e ai costi fissi d’esercizio (stipendi compresi), sufficienti a colmare le spese sostenute una tantum per la ristrutturazione (34 milioni di euro) e l’incidenza maggiore dei costi di ammortamento di cataloghi discografici e editoriali. <br> Le speranze di tenere e anzi accelerare il passo nel secondo semestre 2004 sono alimentate da un nutrito programma di pubblicazioni che include i nuovi album di U2, Eminem, Andrea Bocelli, Mariah Carey, Nelly e Gwen Stefani. Universal Music è, a questo punto, l’azienda più profittevole della multinazionale francese Vivendi insieme alle televisioni del gruppo Canal +. La holding nel suo complesso, invece, si dibatte ancora in una crisi profonda: i dati trimestrali e semestrali indicano un peggioramento del deficit, a 1,85 miliardi di euro circa.