La proposta può sembrare paradossale, specie in un periodo dove il prezzo dei biglietti e le speculazioni sul mercato secondario stanno tenendo banco da entrambe le parti dell'oceano Atlantico, eppure le parole di Michael Rapino - numero uno di Live Nation, peso massimo sul panorama del live entertainment mondiale che oltreoceano (e non solo) gestisce i tour di colossi come Bruce Springsteen (la cui attività dal vivo, in Italia, è però gestita da Barley Arts), U2, Madonna e Rihanna (a livello mondiale) e Pearl Jam e Foo Fighters (negli USA) - raccolte dalle maggiori testate internazionali durante il suo intervento all'ultima edizione dell'International Live Music Conference di Londra, sono difficili da equivocare. Il promoter ha invitato gli artisti di spicco della scena mondiale ad alzare deliberatamente i prezzi dei biglietti per combattere il fenomeno del secondary ticketing, che - sempre secondo le stime di Rapino - muoverebbe un volume d'affari pari a otto miliardi di dollari l'anno. La tesi del manager è semplice: parlando di mercato secondario "non c'è una soluzione giusta e una sbagliata", perché i siti come StubHub - recentemente finito sotto la lente di ingrandimento del procuratore generale dello stato di New York Eric Schneiderman proprio per le speculazioni attuate sui biglietti della tranche americana di date del Boss - per Rapino vanno incontro alle esigenze degli spettatori. E siccome a fare i prezzi non è l'artista (o il promoter) ma il mercato, per il timoniere di Live Nation sarebbe giusto che i prestatori d'opera - cioè gli artisti stessi e tutta la filiera del mercato primario - sfruttassero più a loro favore la disponibilità del pubblico a spendere. Come? Non certo con meccanismi di dinamic pricing, ma semplicemente diversificando l'offerta e aumentando l'offerta di pacchetti vip e posti a visuale privilegiata. Se, per esempio, sui siti di secondary ticketing si trovano poltronissime a 10mila dollari, il suggerimento di Rapino è: "[Gli artisti dovrebbero] far pagare un prima fila 4000 dollari, tenersene 500 e il resto darlo in beneficenza" Il manager, infatti, considera "onorevole ma non realistico" l'impegno di alcuni suoi assistiti per - se non tenere basso - almeno calmierare il prezzo dei tagliandi: "I nostri studi dicono che al 60/70% dei fan che vanno ai concerti e comprano i biglietti non importa se l'acquisto venga fatto sul mercato secondario o su quello primario. Loro vogliono sono vedersi il concerto, e questi tizi [StubHub e le altre piattaforme di secondary ticketing] non fanno altro che andare incontro alle loro esigenze" Rapino ha poi escluso categoricamente che Live Nation o qualsiasi altro attore della filiera primaria sia mai entrato in affari con entità legate al mercato secondario: "Ticketmaster e Live Nation non hanno mai venduto un solo singolo biglietto al mercato secondario. E le commissioni di servizio [che si applicano in sede di vendita] sono trattenute per la quasi totalità dalla venue [presso la quale si svolge il concerto]"