In un momento in cui i ribaltoni al vertice delle major sono all’ordine del giorno, Universal sembra voler dare un segnale controcorrente di continuità, rinnovando fiducia al suo condottiero Doug Morris, uno dei pochi discografici della vecchia guardia rimasti in sella dopo i tumulti di questi ultimi anni. Secondo il New York Times il manager americano sarebbe prossimo a firmare un contratto per restare altri cinque anni alla guida della casa discografica di proprietà francese (Vivendi), ringalluzzita da uscite discografiche che promettono di smuovere il mercato (i due dischi in contemporanea di Nelly, e poi i nuovi di Eminem e U2, vedi News). <br> Morris, ricorda il New York Times, è un “music man” che ha iniziato la sua carriera come autore di canzoni, scrivendo nel 1966 un hit per le Chiffons (“Sweet talkin’ guy”). Vittima, negli anni ‘90, di un rimescolamento organizzativo che fece molte vittime alla Warner, è a capo di Universal Music dal 1995. E non dimentica i vecchi amici: ha offerto, con l’etichetta Casablanca (vedi News), un nuovo sbocco discografico a Tommy Mottola, ex boss della Sony Music; e proprio in questi giorni ha perfezionato l’ingaggio di Sylvia Rhone, già fedele collaboratrice in Warner e a lungo a capo dell’etichetta Elektra.