Le clausole di riservatezza impediscono a Maxmiliano Bucci - con Sergio Giuliani organizzatore del PostePay Sound Rock in Roma - di scendere nei dettagli circa l'auspicato - ma non concretizzatosi - sbarco dei Pearl Jam al Rock in Roma 2016, che oggi è stato presentato ufficialmente nella Capitale: "Posso solo dire che eravamo a un soffio. Il tour europeo è stato fatto slittare al prossima anno, comunque...". Il che vuol dire che un nuovo abboccamento con Eddie Vedder e soci verrà tentato, in vista dell'edizione 2017? "Naturalmente, non c'è bisogno di dirlo...". Possibile che l'effetto Bataclan abbia avuto un ruolo nella scelta finale della band di Seatlle? “Non so esattamente quanto abbia influito sulla loro scelta finale", riflette Giuliani: "Certamente, potrebbe essere stato uno dei motivi che li ha portati a decidere di annullare il tour. I Pearl Jam sono una una band molto particolare e sensibile agli aspetti della vita sociale. Dal canto nostro, sicuramente, era un’ipotesi reale quella di avere i Pearl Jam nella line up del festival”. Giunta alla quindicesima edizione, la rassegna che ogni estate porta all'Ippodromo delle Capannelle (e non solo) alcune delle realtà rock più rilevamenti a livello mondiale fa registrare una novità e una riconferma. La prima riguarda "The Italian Way", serie di eventi che avrà per protagonisti solo nomi italiani - tra gli altri, I Cani, Coez, Guè Pequeno, Salmo e Ministri - ospitata dall'area del festival nelle serate lasciate libere dagli ospiti internazionali: "In Italia è una questione culturale", commenta Bucci alla domande su perché la rappresentanza azzurra non sia stata mescolata a quella internazionale, "I pubblici sono separati, per noi sarebbe stato un grande rischio. Però è un peccato, perché gli artisti coinvolti, nei rispettivi tour nei club invernali, hanno sempre fatto registrare sold-out: la disponibilità di uno dei palchi all'aperto del Rock in Roma è una buona occasione per vedere artisti solitamente costretti al ruolo di spalla, in contesti del genere, assumere il ruolo da headliner. Crediamo molto nella formula, e non è escluso che il prossimo anno non si riesca ad organizzare concerti concomitanti di artisti internazionali e italiani. Naturalmente con entrate separate, e con due biglietti diversi". "Siamo una società molto piccola che organizza eventi molto grandi: portiamo avanti una politica di sperimentazione, ma prendiamo decisioni sempre con cautela", ribatte Giuliani: "The Italian Way, però, è un progetto sperimentale che potrebbe subire mutamenti già dalla prossima edizione. Far coesistere due realtà musicali diverse nella stessa giornata potrebbe essere un’ipotesi da considerare e coltivare. Sarebbe bello far diventare questo progetto un luogo di riflessione con dibattiti e tante altre iniziative legate alla musica”. Nel cast italiano della manifestazione sono tanti gli artisti che gli organizzatori hanno inseguito, per l'edizione 2016, e che non è da escludere si possa vedere nel corso dei prossimi anni: "Ci sono tantissimi artisti italiani che vorremmo portare ogni anno al Postepay Sound Rock in Roma", spiega Giuliani, "Quest’anno avrei voluto Daniele Silvestri, uno degli artisti ai quali sono più legato, Niccolò Fabi, per la maturità musicale che ha raggiunto nel corso degli anni, e i Negramaro". La riconferma, invece, riguarda il Circo Massimo: già testato da Bucci e Giuliani nel 2014 con i Rolling Stones, la storica arena romana verrà occupata da un'emanazione più "centrale" del Rock in Roma 2016 per i set di Bruce Springsteen - il 16 luglio - e David Gilmour - il 2 e 3 luglio. Per il 2017 l'idea è quella di creare un vero e proprio spin off che occupi l'area per tutto il weekend, con un cast stellare che ricordi da vicino quello del Desert Trip, il mega evento organizzato a Indio in California per il prossimo ottobre che vedrà per due fine settimana alternarsi sul palco veri e propri giganti come Bob Dylan, Roger Waters, Neil Young, Rolling Stones, Who e Paul McCartney: "Ci stiamo lavorando: il progetto è quello di estendere l'evento da venerdì a domenica. Il Desert Trip è il centro del deserto americano, Roma il centro della cultura di una società millenaria: è un luogo simbolico, perfetto per una manifestazione del genere. Pensate, essere immersi nella bellezza di uno dei centri più belli del mondo assistendo ai concerti di artisti di altissimo livello...". "I desideri sono tanti", rilancia Giuliani sempre a proposito dei progetti per il futuro: "Ho un sogno: mi piacerebbe un grandissimo concerto con una serie di grandi artisti tutti insieme sul palco: da Bob Dylan ai Radiohead passando per Guns N’ Roses, Sigur Ros e tante altre icone della musica rock. Sognare costa poco…". Sempre nel 2017 potrebbe concretizzarsi anche un vecchio progetto del Rock in Roma, quello della manifestazione "gemella" sulla scorta dello sdoppiamento del Rock in Rio tra Brasile e Portogallo: "Il prossimo potrebbe essere l'anno buono", promette Bucci, "Ma non andremo troppo lontano: diciamo che resteremo nel paese più bello del mondo. Stavamo cercando di organizzare qualcosa a sud - molto a sud - poi invece probabilmente andremo a nord. Per ora non possiamo dire altro, se non che questa operazione, noi, la viviamo come una scommessa. Che, però, sentiamo essere vincente".