Value gap significa divario di valore. Contestualizzato nell’economia dello streaming musicale, il significato è interpretabile su più livelli: A. il divario di valore che gli aventi diritto riscontrano tra i ricavi medi generati per sé da parte di YouTube e quelli generati da tutti gli altri servizi di streaming come, tra gli altri, Spotify, Apple Music, Deezer, etc: molto più bassi i primi dei secondi, in modo inversamente proporzionale al numero di utenti attivi. Attingendo dalle stime di IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), questo divario si potrebbe ricondurre a una differenza sostanziale: i compensi generati per utente fanno registrare una ratio di 18:1 tra la maggior parte delle piattaforme di streaming e Youtube (18$ generati per utente da Spotify e affini contro 1$ generati da Youtube); B. il divario di valore generato dalla musica a favore dei “giganti della tecnologia” rispetto a quello generato a favore dell’industria discografica e degli artisti; in tal caso sarebbe più appropriato parlare di “value shift”, ovvero lo “spostamento” della ricchezza dai creatori di contenuto alle piattaforme digitali che lo veicolano, secondo un punto di vista espresso ufficialmente da BPI. In merito a questo aspetto, secondo i dati IFPI la revenue totale di Google nel 2015 è stata di 75 miliardi di dollari mentre quella dell’industria discografica mondiale si è attestata al di sotto dei 15 miliardi di dollari (dunque concentrandosi sull’effettivo pagamento per stream, il rapporto sarebbe di 6:1); C. Il divario di valore derivato dalla “mancata corrispondenza complessiva tra la musica fruita dai consumatori ed i relativi ricavi generati a favore della comunità musicale”, secondo una definizione di Frances Moore, CEO di IFPI. Alcuni temi forti affini alla polemica in oggetto riguardano DMCA e Safe Harbor; la differenza tra i modelli di business che coesistono nello streaming musicale; la querelle tra discografia e YouTube circa l’efficacia del Content ID. Questo articolo fa parte dello speciale dedicato da Rockol al tema del “value gap”, al centro di una rovente polemica tra il settore tecnologico e quello musicale, e raccoglie contributi di base e didattici arricchiti da dati e elementi di indagine. Gli articoli di questo speciale sono raccolti nella pagina-hub dedicata al Value Gap ed identificabili dalla stessa immagine a corredo di questo articolo. Lo speciale sul value gap è opera della redazione di Rockol. Alla ricerca ha contribuito Tommaso Pavarini.