Eric Nicoli, presidente della multinazionale inglese EMI, rinnova l’invito a governi e legislatori a sostenere l’industria musicale contro la pirateria e l’uso “improprio” delle nuove tecnologie: lo fa con una lettera al Financial Times in cui replica a chi bolla la discografia come un settore maturo, statico e incapace di investire in nuove tecnologie. “La nostra musica, oggi, è disponibile su Cd, Dvd, Dvd-Audio, Sacd, downloads on-line, in abbonamento e in streaming, su suonerie per cellulari e anche su video karaoke”, scrive Nicoli. “Ora”, aggiunge, “il ‘Greatest hits’ di Robbie Williams è disponibile anche su una memory card per telefoni portatili (vedi News), ma non dimentichiamo che quasi tutte le vendite passano ancora attraverso il formato Cd”. “L’industria musicale”, sostiene Nicoli, “è tuttora vivace, altamente creativa e innovativa, con un ‘prodotto’ che è sempre tra i più diffusi via etere e on-line. C’è un’enorme domanda di musica in giro, da parte dei consumatori come delle aziende che ne riconoscono le qualità come creatore di valore aggiunto: penso a società come ad Apple, Microsoft, Coca-Cola, Starbucks e molti altri”. Il risvolto negativo di questo scenario, ribadisce Nicoli in piena sintonia con i suoi colleghi di tutto il mondo, sta nel fatto che le nuove tecnologie rendono sempre più facile “rubare la musica”: e di fronte a questo problema, conclude, è necessario chiedere aiuto a chi crea e deve far rispettare le leggi.