La notizia, di per sé, non è tra le più clamorose, dato che in regime di libero mercato qualsiasi entità commerciale che operi secondo le regole stabilite è più che legittimata a investire dove le pare, ma nelle ore in cui il gotha del pop rock a stelle e strisce ha preso una posizione politca netta in favore dell'avversaria di Donald Trump, lo scoop di Music Business Worldwide suonerà a molti per lo meno come una beffa del destino: Lockheed Martin, il primo produttore mondiale di armi, è tra gli investitori di Pandora, web radio e tra gli attori principali sul panorama streaming musicale sui mercati americano, australiano e neozelandese. La rivelazione è stata colta da MBW in un rapporto depositato dalla stessa Lockheed lo scorso 2 novembre presso la Securities and Exchange Commission, l'omologo statunitense della nostra Consob: nel dettaglio, il colosso a stelle e strisce con sede principale a Bethesda, Maryland, per mezzo della finaziaria sua controllata Lockheed Martin Investment Management, ha disinvestito parte delle azioni della piattaforma diretta da Tim Westergren di sua proprietà, riducendo il proprio coinvolgimento nell'ultimo quadrimestre al 2,13%. Pur con questo passo indietro, Lockheed Martin resta titolare di 184mila azioni di Pandora, pari a un capitale stimato di poco meno di 2 milioni di dollari. Nata nel 1995 dalla fusione della Lockheed Corporation con la Martin Marietta, la Lockheed Martin - con un fatturato annuo pari a 45 miliardi di dollari - è il primo produttore di armamenti avanzati al mondo: operante anche nel settore aerospaziale, il gruppo è il primo fornitore dell'esercito degli Stati Uniti, con forti interessi anche presso le forze di difesa tedesche, saudite, quatariote, emiratine, giapponesi e taiwanesi, nonché il produttore - tra gli altri aeroveicoli - del (contestato) caccia da combattimento F-35.