“Paradossale che un'indagine che dichiara di voler intervenire a tutela della privacy si sia invece rivolta ad un soggetto che, per la rilevanza assunta sul mercato, da tempo sta facendo del rispetto della normativa sulla privacy la sua principale regola di comportamento”. Così Buongiorno Vitaminic commenta, con una nota diffusa alle agenzie di stampa, gli avvisi di garanzia che la Procura della Repubblica di Milano ha spiccato nei confronti della società, del suo amministratore delegato e del responsabile del trattamento dati con l’accusa di frode informatica (la denuncia riguarda una presunta distribuzione illecita di messaggi pubblicitari via posta elettronica utilizzando una lista di indirizzi mail ereditata da un'altra Web company, vedi News). La società, prosegue il comunicato, “si dichiara tranquilla di poter chiarire completamente presso le Autorità competenti la posizione propria e dei propri manager, che è assolutamente corretta dal punto di vista dei rapporti contrattuali con terzi, del rispetto delle normative sulla privacy e, in generale, della fairness commerciale e professionale”. I portavoce di Buongiorno Vitaminic contestano l’accusa formulata dalla Guardia di Finanza, secondo cui la società avrebbe continuato a gestire una lista utenti una volta risolto il contratto con il sito Internet che ne era titolare: “La risoluzione del contratto”, aggiungono, “è stata voluta da Buongiorno stessa, nell'ambito di un programma di miglioramento degli standard di gestione e tutela della privacy, imposto da Buongiorno alle terze parti ospitate sulla propria piattaforma” (la cosiddetta regola del “double opt-in” che richiede agli utenti di confermare una seconda volta l’iscrizione prima di ricevere informazioni e pubblicità via e-mail). Secondo il provider di servizi Internet e telefonici “le indagini nascono dalla denuncia di un terzo proprietario di una lista ospitata che si era rifiutato di uniformarsi alle best practice indicate da Buongiorno, che sta valutando il contenuto della denuncia ai fini di assumere le più opportune iniziative giudiziali nei confronti del terzo denunciante”.