Dopo anni di crisi e contrazione degli investimenti, l'industria musicale pare essere pronta per tornare agli antichi fasti: questa, almeno, è l'indicazione che si evince da quanto rivelato da Music Business Worldwide, che nelle ultime ore ha svelato l'entità delle acquisizioni - da parte di Sony Music - delle due etichette di culto Ministry Of Sound e Century Media. La prima, britannica e nota agli appassionati di dance, è stata comprata dal colosso nippo-americano lo scorso 9 agosto a 67 milioni di sterline, cifra sensibilmente più alta rispetto a quella ipotizzata dagli analisti: la seconda, la tedesca Century Media, specializzata in prog, metal e hard rock, è costata invece a Sony - che l'ha acquistata nel 2015 - oltre 12 milioni di sterline. E non è finita: la multinazionale ha proseguito a fare shopping, dopo aver inglobato l'etichetta fondata da Robert Kampf e Oliver Withöft, comprando prima la metà delle quote della Syco Holdings di Simon Cowell per oltre 86 milioni di sterline e poi il Cooking Vinyl Group, lo scorso marzo, per 3 milioni e 600mila sterline. Tirando la somma delle acquisizioni, le manovre di espansione della Sony hanno inciso sul bilancio degli ultimi due anni per un totale di 170 milioni di sterline. La major discografica, tuttavia, non è l'unico player di alto profilo sul mercato ad adottare una politica di investimenti: anche Live Nation, colosso del live promoting internazionale, sta perseguendo una linea simile. L'azienda diretta da Michael Rapino ha infatti acquisito la quota di maggioranza del BottleRock Napa Valley, festival musical-eno-gastronomico californiano che rimarrà comunque guidato dalla società che lo aveva fondato, la Latitude 38 Entertainment: questo è solo l'ultima delle mosse espansive di Live Nation, che negli ultimi due anni ha acquistato quote di partecipazione in più di ottanta festival in tutto il mondo, tra i quali i celebri Austin City Limits, Bonnaroo, Lollapalooza, Reading, Leeds, Governor’s Ball, Electric Daisy Carnival e Rock Werchter.