Piccole riflessioni personali post Sanremo, oltre quelle già scritte ieri notte da Franco Zanetti. Poi smettiamo, per 51 settimane, promesso. E’ stato un brutto Festival. Più del solito, intendo. Spettacolo modesto, ospiti già visti, livello delle canzoni bassino, anche rispetto allo standard di Sanremo. Carlo Conti è il vero vincitore. Ascolti altissimi, ha premiato Gabbani, una sua creatura nata e cresciuta al Festival. Ma ha rottamato Sanremo, sapendo di condurlo per l’ultima volta: dopo di lui il diluvio. Negli anni prossimi saremo invasi da gente che imiterà (male) Gabbani, e nessun artista del livello della Mannoia si presenterà più, dopo quel finale. Gabbani ha una canzone divertente, tutt’altro che “leggera” (ah, la comprensione del testo…). Pop contemporaneo, ed era l’unico ad avere un’idea televisiva della canzone. Il che, essendo Sanremo prima di tutto uno spettacolo TV, non guasta. Mi spiace, molto, per la Mannoia. Non vincere ci sta. Ma non è bello far perdere un’artista con la sua carriera di fronte ad una canzone così diversa. Non aveva bisogno di andare al Festival, ci è andata senza tirarsela, si è portata a casa una figura da gran signora della canzone Italiana. Ma quel finale è stato brutto, per lei e per il Festival. Spero solo che chi arriverà dopo Conti abbia il buon gusto e la sensibilità di coinvolgere tutto quel pop-rock-cantautorato che ha seguito, credibilità e numeri, e non da ieri. I nomi li sapete bene. Ci vediamo l'anno prossimo. (GS) (gs)