Botta e risposta tra i parlamentari italiani che vogliono depenalizzare il file sharing musicale e i rappresentanti dell’industria discografica nazionale. Nei giorni scorsi l’on. Fiorello Cortiana, presidente dell’intergruppo bicamerale per l’Innovazione Tecnologica, era tornato all’attacco sulla questione sollecitando le forze di maggioranza ad apportare le promesse modifiche alla legge Urbani, a dispetto delle “pressioni di chi, come la FIMI e i produttori cinematografici, vuole ed esige che un ragazzo che scambia un file sia sanzionato come il camorrista che smercia film pirata per milioni di euro, con quattro anni di carcere, invece di affrontare nuovi modelli di business”; con il rischio, ha aggiunto il senatore dei Verdi, di mettere in moto “migliaia di processi penali per un'intera generazione”. <br> La replica dell’associazione dei discografici non si è fatta attendere: in una nota diffusa agli organi di stampa, la FIMI ribatte di aver proposto nelle audizioni parlamentari soluzioni di compromesso “che però il senatore Cortiana rifiuta di discutere”. “Un mercato legale on-line a costi accessibili ormai è una realtà anche in Italia con quasi venti piattaforme dedicate all'offerta di musica. Non ci sono quindi più giustificazioni alla pirateria on-line. Basterebbe che il senatore Cortiana frequentasse i siti di musica legale on-line per scoprirlo” proseguono i portavoce dei discografici, ribadendo la loro opposizione “al far west in rete, a dispetto di chi vuole far credere che vi sia un intento persecutorio verso i ragazzini”. <br> Ma intanto sulle posizioni di Cortiana si attesta anche Gabriella Carlucci, responsabile per Forza Italia del dipartimento Spettacoli e relatrice alla Camera dello stesso decreto Urbani poi convertito in legge. Secondo la Carlucci, che al governo chiede un nuovo provvedimento “anticarcere”, “è impensabile una condanna di quattro anni di reclusione per un ragazzo che scarica una sola canzone da Internet”.