Dopo il governo statunitense, anche quello britannico ha emanato un provvedimento mirato a punire gli utilizzatori di ticket bot, le automazioni informatiche che permettono ai bagarini online di bombardare i siti operanti sul mercato ufficiale di richieste di acquisto di biglietti da rivendere poi sulle piattaforme di secondary ticketing: accogliendo le osservazioni del professor Michael Waterson, consulente nominato dal Ministero a Cultura, Informazione e Sport presieduto da Matt Hancock, le camere hanno approvato un emendamento al Digital Economy Bill che permetterà di comminare multe di "importo illimitato" a quanti siano stati colti a fare incetta di titoli di ingresso utilizzando software per l'acquisto seriale. E non è tutto: nel provvedimento - comunque meno severo di quello proposto in sede di discussione, che avrebbe reso l'utilizzo dei bot un reato penale punibile con carcere - si invitano da una parte gli operatori sul mercato primario a rafforzare le misure anti-bot e a rendere più trasparenti i rendiconti delle vendite, e dall'altra gli operatori sul mercato secondario a isolare gli speculatori professionisti dai privati cittadini intenzionati a rivendere occasionalmente un biglietto. "Queste pratiche sono semplicemente scorrette", ha osservato il ministro Hancock: "Ecco perché ci siamo attivati per mettere i veri fan davanti a tutto e per aumentare le possibilità di vedere dal vivo le proprio star musicali e sportive preferite a un prezzo ragionevole". Nel Regno Unito, lo scorso 20 febbraio, aveva fatto scalpore la mossa di Viagogo, uno dei principali portati di secondary ticketing operanti in Europa, che aveva suggerito ai propri clienti come eludere le misure anti-bagarinaggio del Teenage Cancer Trust, ente organizzatore di un concerto benefico di Ed Sheeran a favore dei pazienti oncologici più giovani per il quale la società con sede in Svizzera vendeva biglietti a oltre trenta volte il prezzo nominale.