Ha del clamoroso l'affermazione di Michael Rapino, presidente di Live Nation e in passato possibilista riguardo al secondary ticketing "ufficiale" - tanto da avere nel roster delle controllate del suo gruppo Live Nation - Ticketmaster anche Seatwave, una delle piattaforme più attive sul mercato secondario: in un intervento tenuto alla Canadian Music Week di Toronto, il manager ha dichiarato a chiare lettere di non voler entrare con l'azienda che guida nel business del secondary market. "Non si tratta di stroncare il bagarinaggio di strada", ha spiegato Rapino: "Quella che è in atto è una vera corsa agli armamenti dell'industria globale: abbiamo bagarini professionisti, bot e tecnologie... Cazzo, vogliamo lasciargli 8 miliardi di dollari [stima del giro d'affari mondiale del secondary ticketing, ndr]? Per questo dobbiamo mobilitarci". Gli speculatori, per Rapino, non sono "cattivi", ma semplicemente persone che cercando di "trarre un vantaggio da una realtà di mercato viva e in buona salute". Come ovviare, quindi, al problema del secondary ticketing? Rapino ha riproposto una ricetta che aveva già immaginato a suo tempo, cioè quella di aumentare i prezzi dei biglietti, questa volta - però - in chiave più democratica, cioè alzando i prezzi delle poltronissime per ridurre i settori meno prestigiosi. "Non ci voglio entrare nel mercato secondario, in nessun modo", ha spiegato Rapino, che ha auspicato, per combattere le speculazioni online, l'applicazione di nuove tecnologie - come il sistema Verified Fan studiato da Ticketmaster - che permettano l'emancipazione del codice a barre dell'e-ticket convenzionale: "Credo che alla fine i contenuti vinceranno", ha concluso il manager, "Nel caso delle squadre sportive è già successo. Loro non lasciano che qualcun altro faccia i soldi al loro posto".