Se la regola è bene o male purché se ne parli, il Fyre Festival può contare - in termini di marketing - su una potenza di fuoco impressionante prima ancora della prima edizione: la maratona musicale venduta dagli organizzatori come "di lusso" ospitata su un'isola caraibica diventata un incubo per gli spettatori, con tutti i concerti annullati e - ad accogliere il pubblico - una vera e propria tendopoli con, al posto dei promessi catering gourmet, razioni alimentari degne di un campo profughi, a pochi giorni dal mancato debutto (diventato fiasco) è diventata virale per la più sbagliata delle ragioni. Onore, quindi, a Billy McFarland, co-fondatore - insieme al rapper Ja Rule - del festival che nonostante la figuraccia rimediata ha avuto il coraggio di metterci la faccia e raccontare all'edizione statunitense di Rolling Stone la sua versione dei fatti: "Pensavamo di avere una tabella di marcia corretta", ha spiegato il promoter, "Abbiamo peccato di ingenuità nel pensare di potercela fare da soli già dalla prima volta. L'anno prossimo inizieremo a lavorarci prima: la verità è che non abbiamo abbastanza esperienza per tenere il passo. Il prossimo anno faremo le cose per bene per tutti, e più in grande". Più stringato è stato il suo socio, Ja Rule, che ha affidato a Twitter il suo commento. "Stiamo lavorando per portare tutti [gli spettatori] via dall'isola in tutta sicurezza. Voglio che questo sia un grande evento e non una truffa", ha scritto il rapper, prima di concludere nel più classico dei modi: "Non è colpa mia". Per la verità, qualche esperienza McFarland ce l'ha, ma - secondo quanto riferito dal Washington Post - sempre in ambito di promesse disattese: nel 2013 l'imprenditore fondò una società - Magnises - che prometteva ai suoi iscritti (ai quali veniva richiesta una quota annuale di 250 dollari americani) "accessi a eventi esclusivi" di carattere musicale, gastronomico e culturale nelle maggiori città americane. In molti casi i benefit promessi non sono mai stati erogati, tanto da far collezionare alla Magnises la bellezza di 17 segnalazione (anche per notevoli ritardi nei rimborsi) all'associazione di consumatori Better Business Bureau.