Le promozioni sui dischi in serie economica e gli sconti nei centri commerciali, evidentemente, non bastano: per la maggioranza degli italiani i prezzi dei Cd restano troppo cari. Lo conferma un sondaggio che il network televisivo satellitare Music Choice (ne sono azionisti BSkyB, Warner Music e Sony Corporation) ha aperto, per il quarto anno consecutivo, al suo pubblico di tutta Europa, oltre 13 milioni di utenti potenziali dichiarati. Il 97 % dei nostri connazionali (tra quelli che, ovviamente, hanno risposto al “Music Census” 2004 lanciato dalla Tv musicale, 25 canali tematici in offerta sulla piattaforma Sky) la pensa così, e questa non è poi una grossa sorpresa. Meno scontato, invece, che il download di musica dalla rete, legale o illegale, non sia ancora visto come un’alternativa concreta all’acquisto nei negozi, se non da una fetta minoritaria del “popolo” di Music Choice. Solo il 46 % degli italiani (italiani appassionati di musica, dotati di decoder digitale e prevalentemente di giovane età) dice di aver scaricato almeno una volta un file audio da Internet, e appena il 6 % ammette di averlo fatto ricorrendo a sistemi illegali. Siamo indietro? Sembra di noi, se i risultati del censimento sono affidabili. Il resto d’Europa non si comporta diversamente, se è vero che l’89 % considera troppo alto il prezzo dei Cd e appena il 44 % ricorre in alternativa ai download da Internet. Il 55 % degli europei, e ben il 69 % degli italiani che hanno partecipato al censimento, dichiara ancora, dunque, di preferire il sistema tradizionale di acquisto, se solo i dischi nei negozi costassero di meno. Quanto ai download, il campione nazionale di Music Census si dichiara convinto in gran maggioranza (80 %) che scaricare musica da Internet non danneggi più di tanto le case discografiche; il 39 % vorrebbe che la musica in rete fosse sempre disponibile a titolo gratuito mentre un altro 36 % si dichiara disposto a pagare fino a 80 centesimi di euro a canzone (contro gli attuali 99 centesimi standard). <br> Confermata la passione nazionale per le compilation (l’82 % degli italiani partecipanti al censimento dichiara di avere una collezione di dischi composta per un quinto da questo genere di prodotti), ascoltare musica (e rock, in particolare: preferito dal 52 %) resta ai primissimi posti nella scala dei valori della popolazione nostrana, subito dopo le attività rivolte alla socializzazione e davanti a sesso, sport, cinema, shopping e televisione. Popolo di telefonino-dipendenti, l’86 % dei connazionali - sorpresa – dichiara anche di essere infastidito dalle suonerie polifoniche incorporate nei cellulari. Curioso, ma è un sondaggio e prendiamolo per quello che è.