Leggo nei commenti alle notizie di Rockol sul prossimo concerto dei Rolling Stones a Lucca una comune lamentela riguardante il prezzo – “troppo alto”. Se è troppo alto, non comprate i biglietti: è questa l’unica risposta che darei, se avessi voglia di rispondere ai commenti uno per uno. Perché questo è solo l’ultimo esempio di quello che avevo (facilmente) preconizzato in precedenti articoli sul tema del secondary ticketing. Era ovvio che, nel momento in cui promoter si fossero resi conto che i biglietti da loro venduti a X venivano rivenduti (e comprati) a prezzi maggiorati, quando non raddoppiati o triplicati, avrebbero alzato il prezzo. E’ il mercato, bellezze: se c’è richiesta, i prezzi salgono. Inutile lamentarsi. L’unica forma di pressione esercitabile è quella di non comprare i biglietti, di non andare al concerto. Dispiace? Be’, peccato. E prima che commentiate dicendo che tanto “noi giornalisti” ai concerti ci andiamo gratis, sappiate – magari una volta per tutte – che non è valido per tutti i giornalisti e in qualsiasi numero. Ogni testata, e nemmeno tutte le testate, può godere di un solo accredito (al massimo due se parliamo di quotidianoni “importanti”). Gli altri giornalisti, i biglietti nemmeno possono comperarli a prezzi di favore: se li vogliono se li devono comprare a “face value”. E sapete perché? Perché il lavoro dei giornalisti, cioè il lavoro che un tempo era utile ai promoter per far crescere l’attesa e il desiderio di assistere a uno spettacolo, e per mandare la gente nei luoghi delle prevendite fisiche – ed era in un certo senso compensato “in natura” elargendo pass gratuiti - è stato totalmente deprezzato dal fatto che i biglietti per un concerto importante vanno immediatamente esauriti; quindi non si vede perché i promoter dovrebbero essere particolarmente gentili con i giornalisti, visto che non hanno più bisogno di loro. Ciò detto, può anche essere che il prezzo sia troppo alto in assoluto (questione opinabile: dipende da quanto uno ci tiene a vedere e sentire gli Stones, o chiunque altro, dal vivo). Aspetto di sapere quale sarà il prezzo “ufficiale” del biglietto per i concerti di Amburgo, Monaco, Zurigo, Barcellona, Amsterdam, Stoccolma, Parigi (che poi non è Parigi, è Nanterre: dove, pare, i biglietti andranno da 80 a 150 euro, ma il dato è da confermare); da quel che vedo già in giro (dove? Ma sui siti di secondary ticketing, naturalmente!), i posti migliori per il concerto del 27 settembre a Barcellona, per dire, stanno già a 309 euro. La situazione, quindi, non è solo italiana, riguarda tutta l’Europa. Fatevene una ragione. Oppure, se avete una soluzione, proponetela. Franco Zanetti