A pochi giorni dall’annunciato accordo tra Wurld Media e tre delle quattro maggiori case discografiche del mondo per l’accesso al file sharing “controllato” di brani musicali (il sistema si chiama Peer Impact, vedi News), diventa ufficiale anche la collaborazione tra una delle stesse major, Universal Music, e la Snocap di Shawn Fanning (vedi News). <br> Il fondatore di Napster, passato dall’altra parte della barricata (come del resto la sua vecchia creatura, oggi in mano a Roxio), è titolare della nuova impresa a fianco di Jordan Mendelson e Ron Conway: il software da loro sviluppato garantisce ad artisti ed etichette, una volta registrate le necessarie informazioni nel database, di dettare regole e condizioni di utilizzo per ognuno dei brani di cui viene autorizzata la diffusione col sistema peer-to-peer, evitandone (almeno questa è la promessa) i rischi di scambio illecito e duplicazione selvaggia grazie alle “impronte digitali” che contrassegnano ciascuna canzone permettendo di individuarne il tragitto in rete. Ai consumatori, Fanning e i suoi soci promettono invece un assortimento di catalogo più ampio dell’iTunes di Apple, piena legalità, un servizio a prova di virus e file di qualità audio decisamente migliore rispetto a quelli circolanti nelle reti p2p non autorizzate (che Snocap sta cercando di portare dalla sua parte proponendosi come mediatore “tecnico” tra fornitori e distributori di contenuti). <br> A Universal, che ha già firmato il contratto, potrebbe presto aggiungersi Sony BMG, intenzionata a utilizzare il sistema ideato da Fanning per distribuire il suo catalogo su MashBoxx, un servizio peer-to-peer che dovrebbe debuttare a inizio 2005 e di cui è promotore un altro ex “pirata” come Wayne Rosso di Grokster (vedi News); anche la EMI, unica major a non avere ancora firmato con Wurld Media (vedi News), ha confermato di essere in trattative con Snocap, che ha ottenuto 10 milioni di dollari di finanziamento da due enti americani. Nessuno dei più popolari servizi p2p però ha ancora deciso di salire sul treno di Fanning e del suo team. Sharman Networks (il distributore di KaZaA) per ora tace, mentre il ceo di Streamcast/Morpheus, Michael Weiss, ha detto di temere che il software sia poco aggiornato e incapace di funzionare con sistemi come il suo, che non regolano il traffico di file in rete attraverso server centrali: preoccupazione infondata, secondo Fanning, che garantisce piena applicabilità anche ai sistemi ad architettura decentralizzata.