Quanta musica compreremo attraverso Internet a fine decennio? Informa Media Group, ente di ricerche londinese, consulta la sua sfera di cristallo e predice che nel 2010 gli acquisti on-line varranno oltre il 15 % del mercato contro il 4,6 % di oggi: il giro d’affari sarà più che triplicato, in sostanza, superando i 6 miliardi di dollari. Di questi, oltre la metà (3,1 miliardi di dollari, 7,7 % del mercato globale) deriverà, secondo Informa Media, dalla vendita di musica digitale vera e propria (download a pagamento) piuttosto che dalle attività di mail order elettronico di aziende come Amazon: una stima comunque abbastanza conservativa rispetto ad altre che si sentono in giro. <br> Chi dominerà il mercato? Qui la risposta è più facile: ancora e sempre gli Stati Uniti, grazie all’alto ritmo di penetrazione delle connessioni veloci a banda larga che già oggi inducono i consumatori americani a scaricare legalmente circa 3 milioni di canzoni a settimana (nel 2003, secondo l’IFPI, il 23 % delle abitazioni negli Usa era dotato di connessioni broadband, mentre il 61 % disponeva di un collegamento a Internet); secondo Simon Dyson, autore della ricerca, nel 2010 il mercato on-line statunitense varrà 2,44 miliardi di dollari (1,34 miliardi di dollari le vendite digitali). Conclusioni (almeno fino alle proiezioni prossime venture di qualche ditta concorrente): il mercato digitale continuerà a convivere ancora per un certo numero di anni con quello tradizionale, e i Cd con i download. E poche illusioni sulla rapida sconfitta del file sharing non autorizzato, che nel 2004 ha sottratto all’industria discografica vendite per almeno 1,2 miliardi di dollari.