La Camera dei Deputati ha approvato la nuova legge sullo spettacolo dal vivo, provvedimento a lungo atteso dagli operatori del settore che stabilisce nuove regole e accorda al comparto maggiori risorse e trattamenti fiscali agevolati: tra le novità previste dal testo sono presenti l'aumento delle risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo (con fondi pari a +9.5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019 e a +22.5 milioni di euro a decorrere dal 2020), 4 milioni di euro per spettacoli da organizzare nelle zone del centro Italia colpite dai sismi del 2016 e 2017, l'estensione dell’Art Bonus a tutti i settori dello spettacolo, la stabilizzazione del tax credit musica, il beneficio riconosciuto alle imprese produttrici di fonogrammi e videogrammi musicali e produttrici di spettacoli di musica dal vivo per la promozione di artisti emergenti, con oneri pari a 4.5 milioni di euro a decorrere dal 2018, l'estensione del sostegno statale allo spettacolo dal vivo alla musica popolare contemporanea, alle espressioni artistiche della canzone popolare d’autore e alle attività artistiche di strada, e la nascita del Consiglio superiore dello Spettacolo, organismo consultivo del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo che sostituisce la Consulta per lo spettacolo. "La nuova legge sullo spettacolo dal vivo appena approvata in via definitiva alla Camera incrementa le risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo, estende l’ArtBonus a tutti i teatri, rende permanente il tax credit musica, introduce maggiore trasparenza, porta sostanziali novità per il rilancio e la crescita del settore e prevede il graduale superamento della presenza degli animali nei circhi", ha spiegato il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini: "Un altro impegno mantenuto: dopo la nuova legge sul cinema ora la nuova legge sullo spettacolo attesa anch'essa da anni e anni. Grazie davvero al Parlamento per aver voluto e consentito un’approvazione in tempi brevi. Mi pare un segno molto importante l'atteggiamento aperto e collaborativo delle opposizioni che ringrazio, anche perché non è la prima volta su provvedimenti che riguardano la cultura". "Si tratta di un risultato storico per il settore musicale, ed esprimiamo un grande apprezzamento al Ministro Franceschini e al Parlamento", ha dichiarato Enzo Mazza, CEO di FIMI, la federazione dell’industria musicale che rappresenta le maggiori imprese del settore: "Attendevamo una 'legge musica' dal 1997 e finalmente si è giunti ad una norma organica che riconosce il valore culturale di tutta la musica e della sua filiera senza distinzioni di genere. Tra le misure, la stabilizzazione del tax credit è inoltre un tassello importante per lo sviluppo di nuovi artisti nell’era digitale. Ora ci sono anche i tempi per definire tutti i decreti attuativi e dare nuovo slancio al settore". "Grande soddisfazione per il riconoscimento della musica popolare come forma d’arte e parte integrante del patrimonio culturale, artistico, sociale ed economico del Paese" è stata espressa dal presidente di SIAE Filippo Sugar, mentre Mogol, storico paroliere, scrittore e produttore discografico, ha commentato: "Esprimo la mia gratitudine e i miei più sinceri complimenti al Ministro Dario Franceschini. Sono veramente orgoglioso che, finalmente, una legge dello Stato riconosca anche e soprattutto lo straordinario valore culturale della musica popolare, che ha altresì una fondamentale valenza educativa per le nuove generazioni e non solo". Di "momento storico" parla anche il presidente di Assomusica Vincenzo Spera: "Dopo decenni abbiamo una vera e propria legge organica sulla spettacolo dal vivo. La nuova legge riconosce il valore sociale, educativo ed economico della musica dal vivo e della musica popolare contemporanea, anche come strumento centrale per lo sviluppo dell’offerta turistico-culturale nel nostro Paese. L’attivazione di piani straordinari per la ristrutturazione di teatri, spazi e strutture destinati allo spettacolo, con particolare riferimento a quelli ubicati nei piccoli Comuni, pone le premesse per un importante riequilibrio dell’offerta e della domanda delle attività di spettacolo, con particolare attenzione alle aree geograficamente più disagiate. Il sostegno all’internazionalizzazione delle produzioni di giovani artisti italiani, il rinnovo della tax credit per i talenti, la richiesta di maggiore presenza dei giovani artisti nella programmazione tv e la promozione tra le giovani generazioni della cultura e delle pratiche dello spettacolo nella scuola sono le condizioni per un efficace ricambio generazionale e per il vero rilancio della musica live". Tutto molto bello, dunque, e tutti contenti. Adesso, come sempre, bisognerà vedere come funzionerà in concreto questa nuova legge. In parole povere, bisognerà capire quante formalità e adempimenti burocratici sarà necessario compiere per poter accedere ai promessi benefici. Perché è qui che si giocherà la partita: se saranno richieste pratiche complesse - ovvero: se per poter capire come accedere ai benefici servirà fare ricorso a un traduttore dal legalese, oppure disporre di una struttura già consolidata ed esperta di cavilli, allora i benefici saranno riservati a chi magari non ne avrebbe tanto bisogno, o a chi già gode della disponibilità necessaria per anticipare le spese per le quali poi si richiederà un rimborso "dopo" aver già sborsato i soldi. E bisognerà anche capire da chi sarà costituita la Consulta per lo spettacolo che sostituirà il Consiglio superiore dello Spettacolo: con l'auspicio che non si tratti dei "soliti noti" e che si tenga conto non solo dell'influenza "politica" goduta dai suoi componenti, ma anche della loro autonomia di giudizio e di valutazione (che non si tratti, insomma, di "amici degli amici" disponibili allo scambio di favori). Aggiungerei che, in questo quadro, non sarebbe stato male che si prevedessero incentivi anche per chi - lo scrivo pro domo nostra - si occupa di informare e promuovere, oltre che di chi produce. (fz)