A poche ore dalla lettera aperta firmata da oltre duemila donne occupate nell'industria discografica svedese - tra le quali cantanti come Zara Larsson, Robyn e Tove Lo e band come Icona Pop e First Aid Kit - per condannare ogni forma di molestia sessuale perpetrata nell'ambiete di lavoro, il paese scandinavo è scosso da quello che può essere considerato il primo "caso Weinstein" musicale europeo: come riferito dal tabloid AftonBladet - e successivamente confermato da Music Business Worldwide - un alto dirigente della filiale locale della Warner Music è stato sospeso dal servizio dopo essere stato accusato di molestie sessuali sia da colleghe, sia da artiste messe sotto contratto dalla major. Il manager, la cui identità non è stata resa nota, avrebbe anche promosso "condotte di lavoro non salutari" come, ad esempio, l'abuso di alcol, citato nella lettera pubblicata da Dagens Nyheter come uno dei corollari tipici - insieme a massacranti turni di straordinari - di aggressioni a sfondo sessuale. L'accusato sarebbe in procinto di essere trasferito presso l'ufficio centrale europeo di Warner Music, a Londra, a partire dal prossimo mese di gennaio, in attesa che la sua posizione venga definita: "Abbiamo un preciso codice comportamentale interno riguardo alle molestie di qualsiasi tipo, e prendiamo queste accuse molto seriamente", ha spiegato a AftonBladet un portavoce di Warner Sweden, "Abbiamo sospeso il nostro dirigente e avviato un'indagine indipendente: contestualmente abbiamo convocato una riunione interna per fare sapere ai chi vavora per noi quali sono i canali disponibili per fare denunce di questo tipo". La Svezia è la prima nazione europea dove membri dell'industria discografica hanno pubblicamente denunciato episodi di molestie sessuali: la lettera aperta pubblicata da Dagens Nyheter è stata redatta e sottoscritta dopo le denunce - fatte su un gruppo Facebook chiuso ma presto diventate pubbliche - di Isabel Rodriguez, responsabile dell'ufficio di pubbliche relazioni di Sony Music Sweden, e Anna Sjölund, neodirigente di Live Nation Sweden. Negli Stati Uniti, invece, sta facendo scalpore il coinvolgimento in due supposti casi di violenza sessuale di Russell Simmons, co-fondatore della Def Jam Records e figura di primissimo piano del panorama rap americano e non solo.