La ruota gira, e capita sempre più spesso che i “music men” riprendano il controllo di società che in tempi di vacche grasse avevano fatto gola ad istituti creditizi e gruppi finanziari desiderosi di effettuare investimenti allora ritenuti redditizi: è quanto sta succedendo, ad esempio, alla “indie” Snapper Music, fondata a metà anni ‘90 da due transfughi della Castle Communications, Dougie Dudgeon e Jon Beecher, e successivamente passata sotto il controllo della banca francese Credit Agricole e della finanziaria irlandese ACT. Ora il pacchetto di maggioranza (75 %, mentre il resto è in mano al management) è stato rilevato da Bryan Morrison, magnate dell’editoria musicale indipendente che ha fatto fortuna lavorando per i Pink Floyd, Marc Bolan e i T. Rex, i Jam di Paul Weller e i Wham! di George Michael. <br> Parlando col periodico specializzato Music Week, Dudgeon ha spiegato che la mossa è finalizzata alla ricerca e al lancio di nuovi talenti artistici (è stato creato un marchio apposito, Believe Music, che ha già messo sotto contratto il quartetto funk pop Hypo Psycho), da affiancare ad un “roster” composto prevalentemente di nomi storici o già popolari (Peter Green, Pretty Things, Alarm, Cradle Of Filth, Porcupine Tree) e alle tradizionali attività nel campo dello sfruttamento dei copyright (del gruppo fanno parte le etichette di ristampe Recall e Charly Records) e della pubblicazione di Dvd (Snapper detiene tra l’altro i diritti inglesi della serie cinematografica “The blues”, promossa da Martin Scorsese).