Dal libro "Rock Therapy" di Massimo Cotto (Marsilio) proponiamo una "pillola" terapeutica: la canzone di oggi è da ascoltare guidando. Like I roll Black Stone Cherry Between the Devil & the Deep Blue Sea, 2011 A volte, non bere nemmeno un po’ è una fortuna. I Black Stone Cherry arrivano da Edmonton, Kentucky, una di quelle contee che si chiamano «dry county» perché non è consentito vendere alcolici. Con poche alternative, i Bsc si sono concentrati totalmente sulla musica sviluppando uno stile originale («l’unico lato positivo di vivere in un posto isolato», ha dichiarato il batterista John Fred Young, «è che non c’è competizione con altri gruppi, per cui non è necessario dimostrare che ce l’hai più grosso: meglio lavorare su uno stile tutto tuo»). Nella musica della band i riferimenti ci sono, ma centrifugati e decontestualizzati. Ci sono Audioslave e Rage Against the Machine, Soundgarden e Led Zeppelin, Black Crowes e Guns, oltre al southern rock di Lynyrd Skynyrd e ZZ Top. C’è dunque tutto il meglio e forse anche una spruzzata di Metallica, c’è il grunge e l’hard. Più di tutto, c’è la voglia di essere roventi. Se ascolti i loro brani, ti sembra quasi di sentire il rombo delle Harley Davidson o delle vecchie Buick e il calore dell’asfalto. Prendete "Like I Roll", ad esempio. Il protagonista ha preso da papà la macchina e una vecchia chitarra, da mamma il sorriso e gli occhi blu. Non è molto, dice, ma è abbastanza per mettere in moto. La radio trasmette i Rolling Stones, il sole della California brucia come l’inferno. La strada davanti al finestrino si spalanca come si aprono i sogni. In un attimo, i Black Stone Cherry mettono la quinta. Questa, pubblicata per gentile concessione dell'autore e dell'editore, e le schede di altre 333 canzoni terapeutiche sono proposte in "Rock Therapy" di Massimo Cotto, edito da Marsilio.