Dal libro "Rock Therapy" di Massimo Cotto (Marsilio) proponiamo una "pillola" terapeutica: la canzone di oggi combatte il mal di stomaco. Gold on the ceiling The Black Keys El Camino, 2011 A vederli in certe foto, più che il duo più popolare degli ultimi anni dopo lo scioglimento dei White Stripes, sembra di assistere a un remake della Rivincita dei nerds. Dan Auerbach e Patrick Carney sono discretamente brutti, ma, soprattutto, sembrano sempre fuori posto. Non è così la loro musica, o forse sì, nel senso che è sempre spostata di qualche metro dai suoni che i Black Keys hanno eletto come riferimento. Vengono da Akron, Ohio, terra dei Devo e del loro originale post-punk, ma con quelle sonorità hanno poco a che vedere. Si muovono dal blues del Delta e arrivano fino al garage in una parabola luminosa e coraggiosa. "Gold on the Ceiling" è un brano che appartiene al secondo periodo dei Black Keys, quello in cui, dopo il successo iniziale, hanno allargato il suono (senza troppi compromessi) per raggiungere più gente possibile. Se gli esordi erano caratterizzati da un blues detonante e rivisitato (con certi passaggi riconducibili all’approccio di Jon Spencer), coniugato in modo diverso a seconda degli album ma sempre rigoroso, con "El Camino", l’album che contiene "Gold on the Ceiling", tutto cambia. Le chitarre distorte si mettono al servizio di megahit affilate e trascinanti, come se la cantina potesse e dovesse trasformarsi in una discoteca. "Gold on the Ceiling" è hard-blues pirotecnico e ipnotico, con echi psichedelici, chitarre elettriche che pungono come api e riff che ti si attaccano al cervello come le gomme da masticare alla suola. Questa, pubblicata per gentile concessione dell'autore e dell'editore, e le schede di altre 333 canzoni terapeutiche sono proposte in "Rock Therapy" di Massimo Cotto, edito da Marsilio.