Riceviamo e pubblichiamo dal presidente dell'associazione di editori musicali Emusa Claudio Buja una nota sulla posizione della società riguardo lo scontro tra SIAE e Soundreef ravvivato lo scorso martedì, 16 gennaio, dalle nuove mosse dell'agenzia di collecting guidata da Davide D'Atri: Con l’emanazione del Dl.n. 148/97 (convertito con la L. n.172/2017) ha avuto termine la lunga diatriba sulla liberalizzazione del mercato del Diritto d’Autore. Un lungo percorso iniziato nel 2014 con l’emanazione della Direttiva Europea 26, nel quale non sono mancati momenti di asperità dialettica tra i sostenitori delle diverse tesi e che è stato caratterizzato anche da atteggiamenti contraddittori del legislatore, il quale spesso ha operato scelte obtorto collo, incalzato dalle Autorità comunitarie. EMusa (Editori Musicali Associati) non è stata assente da questo dibattito, anzi è stata l’unica Associazione professionale che è intervenuta in tutte le sedi istituzionali (Commissione Cultura, Commissione consultiva per il diritto d’autore, AGCM) per sostenere le ragioni a favore del mantenimento del “monopolio legale” o, per meglio dire, della licenza esclusiva prevista dall’art.180 della legge 633/1941. Tale convincimento è stato fondato sulla considerazione che il Diritto d’Autore non può essere trattato come una merce qualsiasi e che le specificità della tutela dell’opera d’ingegno e del mercato di riferimento si adattassero meglio ad una situazione di esclusiva. Tuttavia, allo stato, è saggio – oltreché inevitabile - prendere atto della mutata situazione, rispetto alla quale reagire con uno stile di comunicazione stizzito e demagogico appare comunque improduttivo ed inutile. La sola risposta che oggi ci attendiamo da SIAE è l’unica che può essere considerata di sostanza: adeguarsi alle mutate condizioni del panorama del diritto d’autore, e mostrarsi capace di affrontare la sfida da lanciare al mercato liberalizzato; una competizione che si giocherà in termini di efficienza ed economicità. Una sfida già vinta dalle altre Società europee di collecting, che sono riuscite ad affermare nei loro Paesi il monopolio di fatto. È necessario che la SIAE sia in grado di operare un deciso cambiamento di passo che renda la Società realmente moderna e capace di offrire agli Associati, a costi competitivi, una prestazione più efficiente rispetto ai concorrenti. Una sfida che va affrontata sapendo di poter contare su mezzi, risorse ed esperienze di gran lunga superiori a quelle offerte da altre entità che si propongono e si proporranno di offrire gli stessi servizi. Ribadendo il nostro convincimento e il sostegno al mantenimento della licenza esclusiva al momento siamo ancora in attesa di poter valutare se questo adeguamento nella mentalità e nelle funzioni sia effettivamente in atto; sugli effettivi risultati ottenuti negli ultimi quattro anni di gestione - sia per quanto riguarda il versante dei costi della Società sia, e soprattutto, per quanto riguarda la modernizzazione dei processi – non abbiamo mai nascosto le nostre perplessità.