Le etichette indipendenti di tutto il mondo potranno finalmente fare riferimento ad un’organizzazione di rappresentanza univoca operante a livello globale: lo hanno deciso all’unanimità, nel corso di una riunione indetta al recente Midem di Cannes, i delegati di associazioni nazionali o internazionali di categoria come l’europea Impala, l’inglese Aim, la Air australiana, la IMNZ neozelandese e la statunitense American Association of Independent Music (tuttora in corso di formazione). L’obiettivo, ha spiegato il capo di Aim e vicepresidente di Impala Alison Wenham, è di creare una “major virtuale” in grado di affrontare da pari a pari con i maggiori concorrenti i temi chiave del mercato e le relazioni con le istituzioni politiche. “I nostri interessi”, ha aggiunto la Wenham, “coincidono solo al 20 % con quelli delle major rappresentate dall’IFPI, e precisamente per le questioni che attengono al copyright. Per il resto, i due settori non hanno nulla da spartire”. <br> All’assemblea costitutiva di Cannes hanno partecipato oltre 100 rappresentanti di indies di tutto il mondo: tra questi figure di spicco come Martin Mills del Beggars Group, Tom Silverman della Tommy Boy e Patrick Zelnik, vice presidente di Impala e strenuo oppositore del “merger” Sony BMG (vedi News). “Noi”, dice la Wenham, “ci troviamo in una posizione favorevole rispetto alle major. E’ molto difficile far cambiare rotta al Titanic e reagire alle sfide del momento”. La nuova associazione mondiale delle indies tuttavia è ancora in fase embrionale: per il momento non è stato scelto neppure il nome né definita in alcun modo la struttura organizzativa.