Danny Goldberg, fondatore e anima musicale della Artemis Records americana (Warren Zevon, Steve Earle, Pretenders, Rickie Lee Jones, ma anche i Baha Men di “Who let the dog out”) ha lasciato il suo incarico di presidente per “divergenze filosofiche” con il nuovo proprietario della società, la holding Sheridan Square Entertainment facente capo all’imprenditore Joe Bianco che controlla anche la Vanguard e altre etichette. Conserverà il ruolo di consulente e verrà rimpiazzato dal suo vice, Daniel Glass, un ex dirigente di Universal ed EMI che in passato ha lavorato a stretto contatto con artisti come Sinead O’Connor, Billy Idol e lo stesso Zevon. <br> Goldberg, che vanta a sua volta un lungo curriculum di incarichi di vertice presso le maggiori case discografiche americane (Atlantic, Warner Bros. e Mercury, quando quest’ultima era ancora parte del gruppo PolyGram), è un personaggio molto noto nell’ambiente musicale sin dai tempi in cui, negli anni ’70, fu l’addetto stampa dei Led Zeppelin; per Jimmy Page e compagni diresse anche la Swan Song, l’etichetta autogestita che pubblicò gli ultimi album del quartetto inglese. Nel decennio successivo, l’imprenditore di origini ebraiche fondò una società di management che ebbe tra i suoi clienti Nirvana, Hole, Beastie Boys e Sonic Youth; al 1999, dopo la fuoriuscita dalla Mercury, risale il lancio della Artemis insieme ad altri due soci. <br> Goldberg è noto anche per le sue simpatie liberal e il suo attivismo nei movimenti della sinistra americana (fu uno degli organizzatori del celebre raduno antinucleare “No nukes”), ha scritto libri (“Dispatches from the culture wars: how the left lost teen spirit”, due anni fa) e articoli per quotidiani prestigiosi e testate musicali come Billboard e Rolling Stone. “Non intendo lasciare l’industria musicale e ho già un paio di cose in mente per il futuro prossimo”, ha dichiarato alla stampa senza entrare in ulteriori dettagli.