40 anni fa andava in onda la prima puntata di Atlas Ufo Robot. Avevo sei anni, la tv era in bianco e nero, i canali si cambiavano alzandosi e girando una manopola sul televisore e non esisteva nemmeno Rai 3. Le trasmissioni finivano ad una certa ora di sera e la mattina riprendevano con un filmato di un traliccio ripetitore del segnale, sulla musica solenne del Guglielmo Tell di Rossini. Goldrake era contenuto in una trasmissione chiamata "Buonasera con.." -mi ricordo una puntata con Macario, ma il protagonista cambiava. Goldrake no, Goldrake non cambiava. Actarus, con il suo vestito da hippie con le frange, combatteva cinque giorni su sette i cattivi del pianeta Vega. La battaglia iniziava sempre con una strage di astronavi circolari inutili come quelle di Guerre Stellari, poi arrivava il supermostro e lì erano cazzi. Ricordo i miei pianti disperati quando nell'ultima puntata Actarus, sconfitto per sempre il re dei cattivoni, un tizio con i capelli viola e le antenne, decide di fare ritorno nel suo pianeta d'origine. La prima serie aveva due sigle: "Ufo Robot" all'inizio e "Shooting Star" in inglese alla fine. Il 45 giri entrava di continuo nel mio mangiadischi rosso. Il secondo anno però cambiarono la sigla che diventò "Goldrake" e mia madre, dopo mille preghiere e promessa di voti fantasmagorici a scuola, mi comprò su una bancarella del mercato la nuova canzone. Ma non era la versione originale, Era ricantata da chissà chi. Impossibile ottenere un terzo 45 giri. In silenzio mi feci andare bene il taroccone. Tanti ricordi fissati nella mia mente per merito di un cartone animato. Grazie di tutto, Goldrake... Fabrizio Zanoni