Il mercato discografico apre spazi crescenti ai crooner e al nuovo swing, al jive e alle ballad da ore piccole. Il termine generico di jazz, però, continua a risultare ostico alla massa degli ascoltatori, e gli operatori si comportano di conseguenza. 102.2 Jazz FM, per esempio, è il nome di una celebre radio londinese (appartenente al gruppo editoriale Guardian Media e ascoltata anche in Italia attraverso il satellite): ancora per poco, però, perché i proprietari dell’emittente hanno deciso di cambiarne il nome in Smooth FM, come del resto hanno già fatto quasi un anno fa nella regione nord-occidentale d’Inghilterra, proprio nel tentativo di allargare la base di ascoltatori. <br> Per promuovere il cambio di nome, che diverrà operativo entro i prossimi sei mesi, il gruppo Guardian ha già disposto una campagna multimilionaria (in sterline) che prevede affissioni e spot televisivi: l’obiettivo dichiarato è di far entrare l’emittente tra le prime cinque stazioni commerciali che operano nella zona di Londra. <br> A dispetto di chi ne critica le scelte spurie e lontane dalle sue origini, Jazz FM aveva già ottenuto dalle autorità competenti il permesso di cambiare “format” e allargare la sua programmazione musicale puntando su artisti di grido come Michael Bublé, Diana Krall e Alicia Keys accanto a classici come George Benson, Marvin Gaye e Stevie Wonder. “Ci spiace dire addio a Jazz FM”, ha commentato l’amministratore delegato di Guardian Media Group John Myers, “ma d’altra parte è altrettanto triste che in quindici anni di vita la radio non abbia mai prodotto profitti”.