A prendersela con i siti Internet che distribuiscono musica in rete fuori controllo delle case discografiche è, una volta tanto, un’associazione dei consumatori: anche se le motivazioni, naturalmente, sono ben diverse da quelle che spingono normalmente all’azione contro i pirati del Web l’industria musicale. Protagonista dell’episodio è un’organizzazione per i diritti civili di Washington, il Center for Democracy and Technology, che ha invocato l’intervento della Federal Trade Commission statunitense contro alcuni siti Internet, tra cui www.Mp3DownloadCity.com e www.MyMusicInc.com, colpevoli di presentarsi al pubblico come “legali al 100 %”, mascherando dietro l’offerta a basso prezzo di download musicali (non autorizzati) la vendita di software per il file sharing rintracciabili gratuitamente sul mercato (di solito il prezzo richiesto è di 30 o 40 dollari). Pratiche commerciali ingannevoli, secondo l’associazione di Washington, che ha conseguentemente deciso di entrare in azione a tutela dei cittadini. “E’ gente come questa a inquinare sul serio il mercato”, ha dichiarato un portavoce del gruppo. Mentre il gestore di uno dei siti incriminati, www.mp3downloadhq.com, ha fatto pubblica ammenda promettendo di togliere dalla home page della sua piattaforma qualunque termine che possa risultare di dubbia interpretazione.