La piattaforma di streaming musicale svedese guidata da Daniel Ek ha chiuso il 2018 con 96 milioni di abbonamenti a pagamento: più che il dato relativo al numero di clienti, tuttavia, a far ricordare l'anno appena concluso ai vertici dell'azienda sarà il trimestre compreso tra gli scorsi mesi di ottobre e dicembre, che ha fatto segnare per la prima volta nella storia della società - oggi quotata in borsa a New York - un utile nel bilancio della società. Nell'ultimo trimestre del 2018 Spotify ha guadagnato un miliardo e 700 milioni di dollari (con un aumento del 30% rispetto allo stesso periodo del 2017), generati per la maggior parte dalle utenze a pagamento (un miliardo e mezzo): il calo delle spese tra gli scorsi ottobre e dicembre ha lasciato nel bilancio della società un utile d'esecizio pari a oltre 100 milioni di dollari. Riguardo invece gli abbonati con la formula supportata dalla pubblicità, Spotify ha conteggiato alla fine del 2018 116 milioni di utenti attivi mensili, con un aumento del 24% rispetto allo stesso periodo del 2017: secondo i vertici della società a fare da volano alla performance sono stati "l'America latina e gli altri paesi emergenti, che continuano a far registrare tassi di crescita molto alti".