Non so se sia vero, o se sia solo una voce quella secondo la quale “Rolls Royce”, titolo e argomento della canzone di Achille Lauro al Festival di Sanremo 2019, alluda a una pastiglia di sostanza stupefacente. Né sarebbe una novità: quando uscì “Yellow Submarine” dei Beatles, nell’estate del 1966, nessuno l’aveva ipotizzato, ma l’anno dopo, in piena era lisergica, ci fu chi sostenne che lo “Yellow Submarine” era una pasticca di LSD (magari era anche vero, ma in quel caso sarebbe stata la pasticca a prendere il nome dal titolo della canzone, e non viceversa). La notizia, mentre scrivo, è relativamente fresca, e quindi non ha ancora provocato il solito profluvio di interventi a proposito e a sproposito (politici moralizzatori, associazioni di consumatori, haters di Claudio Baglioni, sostenitori della libertà di espressione...). Me li aspetto, e non mi sorprenderanno. Da parte mia, pur non essendo oggi né essendo stato mai un utilizzatore di sostanze “coadiuvanti” – non per scelta morale, ma perché ho sempre avuto troppa paura a sperimentarle; paura che mi piacessero troppo, intendo, dato che quando mi piace qualcosa tendo a concedermela in abbondanza - e quindi non avendo una posizione né pro né contro, ma da totale agnostico, posso solo dire che trovo estremamente divertente, e istruttivo dal punto di vista di un osservatore dei meccanismi dello spettacolo, che il Festival di Sanremo, punto massimo di espressione del conformismo (come è giusto che sia, se vuole avere una platea così ampia) anche quando si finge anticonformista, diventi un palcoscenico dal quale propagandare una pastiglia di sostanza stupefacente. E se fosse davvero così, l’operazione di Achille Lauro e degli autori della sua canzone, cioè lui stesso medesimo con Davide Petrella, Frenetik&Orang3 e Boss Doms, sarebbe un capolavoro di manipolazione, meritevole di applausi e di tesi di laurea. Cinque prime serate su RAI Uno a inneggiare a una droga: geniale. Vuoi vedere che l’incremento della percentuale di giovanissimi che stanno guardando il Festival quest’anno ha trovato una spiegazione? Franco Zanetti Nella serata di giovedì 7 febbraio, Achille Lauro - qui intervistato da Rockol - ha diffuso la seguente dichiarazione: La Rolls Royce è uno status, e il pezzo parla di tutte icone mondiali, dal mondo di Hollywood alla musica, allo stile e l’icona principale mondiale di eleganza è la Rolls Royce. Quindi voglio una vita così, Rolls Royce. Comunque la cosa che mi fa piacere è che non criticano la canzone, anzi che tutti dicano che sia proprio una bella canzone.