Le reti di file sharing non sono più l’unico modo per procurarsi musica e film gratis da Internet, al di fuori del controllo dei titolari dei diritti: almeno negli Stati Uniti, dove quasi metà degli utenti del Web trova ciò che desidera grazie allo scambio di e-mail e all’instant messaging, sui blog o semplicemente nelle “library” in memoria nei lettori Mp3 di amici e conoscenti. <br> La notizia arriva dall’ultima ricerca effettuata dal Pew Internet & American Life Project, osservatorio istituzionale dei comportamenti e degli atteggiamenti degli internauti d’Oltreoceano: un sondaggio compiuto dall’istituto tra il 13 gennaio e il 9 febbraio di quest’anno su un campione telefonico di 1.421 adulti dotati di connessione Internet calcola che circa 36 milioni di cittadini statunitensi, il 27 % degli utenti Internet nel paese, usano oggi il computer per scaricare musica o filmati. Ma non ci sono solo KaZaA Grokster e Morpheus o negozi digitali come iTunes per raggiungere lo scopo. Il 28 % degli intervistati, pari in proiezione a 10 milione di persone, spiega infatti di procurarsi la musica e i file video desiderati grazie alla posta elettronica e ai servizi di messaggeria; il 19 % (7 milioni di adulti) li scarica dagli iPod e dai lettori Mp3 altrui; mentre un altro 9 % ricorre indifferentemente a uno e all’altro mezzo ma anche ai blog pubblicati in rete e ai download messi a disposizione da siti musicali e cinematografici non autorizzati. Se i dati della ricerca, che garantisce margini di errore non superiore al 3 %, sono corretti, ne risulta che il 48 % di chi scarica musica dalla rete ricorre già oggi a fonti diverse dalle reti di file sharing, legali o illegali che siano, o dai negozi per il download a pagamento (la cui percentuale di visitatori è comunque cresciuta, rispetto alla precedente ricerca Pew del 2004, dal 24 al 43 %). <br> Forse per scaricarsi di ogni responsabilità, e contraddicendo in buona parte le altre risposte fornite al questionario, gli internauti intervistati dalla ricerca non hanno dubbi su chi debba essere ritenuto responsabile del downloading selvaggio: secondo il 53 % del campione la colpa della pirateria di file musicali e cinematografici va addossata alle società che gestiscono le reti di file sharing, in questi stessi giorni soggette al giudizio della Corte Suprema degli Stati Uniti (vedi News). Più del 40 % è tuttavia convinto che le azioni repressive orchestrate dal governo non serviranno a bloccare il fenomeno.