Emergono maggiori dettagli sul procedimento giudiziario che la casa discografica Mescal e la società di edizioni Essequattro hanno promosso nei confronti dei Subsonica (vedi News). L’accusa, pesante, nei confronti del gruppo torinese è di frode contrattuale aggravata, sanzionata penalmente dal nostro ordinamento giuridico: e il “corpo del reato” prodotto dai legali di Valerio Soave, titolare delle due società di Nizza Monferrato, è proprio il nuovo album “Terrestre” uscito ieri, 22 aprile, per la Virgin/EMI (vedi News). La querelle, come i lettori di Rockol ricorderanno, ha come antefatto il brusco divorzio tra la band e l’etichetta, consumato nel corso dell’estate 2004 (vedi News): e ha per oggetto, oltre all’album nuovo, i due dischi strumentali che i Subsonica avevano consegnato alla Mescal nel luglio scorso, convinti in tal modo di aver esaurito i loro obblighi contrattuali nei confronti della società. Soave, che quegli stessi dischi aveva definito “inascoltabili e impubblicabili”, la pensa evidentemente in maniera diversa. Contesta il fatto che i due lavori siano stati concepiti e realizzati a sua insaputa, e che il gruppo ne abbia richiesto la pubblicazione in un momento in cui tutti gli sforzi promozionali della Mescal erano concentrati sul Dvd dal vivo “Cielo tangenziale ovest”: in una parola, la buona fede del gruppo. In base a questa interpretazione, si configurerebbe nella circostanza la fattispecie dell’art. 640 del codice penale che punisce chi, “con artifici e raggiri”, inganna la controparte arrecandogli un danno (la mancata prosecuzione del rapporto) allo scopo di conseguire un ingiusto vantaggio per se stesso (in questo caso si tratterebbe dei benefici economici derivanti dal nuovo contratto con la Virgin/EMI). Quanto basta, secondo Soave e i suoi legali, per far scattare l’ipotesi di reato penale prevista dal codice tanto più, sostiene l’imprenditore piemontese, che gli accordi contrattuali gli riservavano comunque la facoltà di abbinare in un’unica confezione i due prodotti ricevuti simultaneamente e di esigere, di conseguenza, un altro disco a chiusura di contratto. Lui stesso intanto, come ha raccontato a Rockol, è stato fatto oggetto di una citazione da parte degli avvocati dei Subsonica, una ventina di giorni fa: “Ho ricevuto comunicazione di un’azione civile nei miei confronti, e di un’udienza che si terrà a giugno presso il Tribunale di Torino. Per i due dischi che mi sono rifiutato di pubblicare i Subsonica mi hanno chiesto 380 mila euro di danni, 200 mila alla casa discografica e 180 mila alla società editoriale. Secondo loro avrei dovuto metterli in commercio in autunno in contemporanea al Dvd, contro ogni buon senso e dettame contrattuale. E’ evidente che si aspettavano un’azione da parte dei miei avvocati e che hanno voluto fare una mossa preventiva”.