Il Ministero degli Affari Interni del Regno Unito (Home Office) ha confermato che dal prossimo anno i musicisti non britannici dovranno richiedere il visto e pagare per esibirsi nel paese. Inoltre, gli artisti europei e di paesi non appartenenti all'Unione Europea che desiderano recarsi nel Regno Unito devono dimostrare, 90 giorni prima di richiedere il visto, di aver sul proprio conto circa 1000 sterline di risparmi così da rivelare di essere economicamente autosufficienti. Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea - con un periodo di transizione, in vigore dallo scorso 31 gennaio e che permarrà fino al 31 dicembre 2020 - le nuove regole entreranno in vigore dal gennaio 2021. Come si legge sul sito del gov.uk, gli artisti che desiderano spostarsi nel Regno Unito per lavoro - si intende quindi, per esempio, per spettacoli, audizioni, workshop, partecipazioni a festival, conferenze ed eventi - hanno bisogno del visto “Tier 5” che, si prevede, costerà 244 sterline. L’amministratore delegato della Incorporated Society of Musicians Deborah Annetts, ha criticato la decisione dichiarando alla rivista britannica The New European: "Siamo profondamente delusi dal fatto che la libera circolazione di musicisti e altri artisti provenienti dall'UE sia stata esclusa e chiediamo al governo del Regno Unito di riconsiderare la nostra richiesta per un visto biennale ad ingressi multipli.” Citando le parole espresse il mese scorso dall'ex ministro di Stato presso il Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport Nigel Adams, Annetts ha affermato: “I tour sono senza dubbio la linfa vitale del settore.”