E’ troppo alto il prezzo di collocamento del titolo Warner a Wall Street, fissato dai vertici del gruppo americano tra i 22 e i 24 dollari ad azione (vedi News): lo sostiene l’agenzia Fulcrum Partners, che suggerisce ai potenziali acquirenti di tenersi lontani dalla IPO, se la quotazione non dovesse scendere a livelli più accettabili. Secondo Fulcrum, un prezzo più ragionevole dovrebbe assestarsi intorno ai 18 dollari per azione, o comunque al di sotto dei 20: solo in questo caso, argomenta la società di Wall Street in un documento che analizza l’offerta di Warner, gli investitori potrebbero sperare di ottenere un ritorno minimo del 15 % nell’arco dei dodici mesi. A fondamento delle sue valutazioni, l’agenzia di Borsa cita le stime di mercato riguardanti il 2006 e “i rischi inerenti nel calcolo degli introiti dell’industria musicale, a questo punto del ciclo di trasformazione digitale”. Secondo Fulcrum gli investitori iniziali nella società (tra cui Thomas H. Lee Partners, Bain Capital e Providence Equity Partners, vedi News) hanno già più che recuperato, attraverso dividendi o rimborsi di capitale, il loro stanziamento iniziale da 1,25 miliardi di dollari (necessario per l’acquisto di Warner Music da Time Warner, vedi News), e una IPO che partisse da un prezzo unitario di 18 dollari porterebbe in dote altri 3,4 miliardi di dollari, pari a un ritorno sull’investimento del 173 % (in soli 14 mesi). Un prezzo di questo livello, secondo gli analisti di Wall Street, renderebbe l’acquisto conveniente anche a nuovi investitori, permettendo ai finanziatori iniziali di Warner di continuare a vendere anche in futuro una parte delle quote in loro possesso, come sembra essere nelle loro intenzioni.