C’è l’avvocato Renato Recca, battagliero esponente dell’ “opposizione” in seno alla Siae, dietro l’idea della D.A.C., nuova associazione in fieri (l’atto costitutivo è fissato per il 20 giugno prossimo a Roma) che si ripromette di rappresentare titolari di copyright (autori, compositori, editori) e di diritti connessi (artisti interpreti, case discografiche ecc.), iscritti o no che siano alla società degli autori e agli altri enti di rappresentanza collettiva operanti sul territorio nazionale come Imaie o SCF. <br> Poiché, almeno per il momento (vedi News), la legge sul diritto d’autore assicura alla Siae stessa l’esclusiva nella gestione dei diritti d’autore, la D.A.C. non nasce in alternativa alla società stessa (o agli altri enti di cui sopra) ma come una sorta di struttura “in parallelo” e trasversale tra i diversi enti di rappresentanza esistenti nel mondo musicale. Finalità principale, si legge nello statuto formulato dallo stesso Recca, è quello di fornire agli associati non solo tutela sul piano economico-commerciale ma anche assistenza legale, fiscale, contrattuale, organizzativa e previdenziale nonché servizi di formazione professionale e di promozione presso organizzatori di eventi, utilizzatori delle opere delle ingegno e loro associazioni di categoria. Con una particolarità: “E' la prima volta”, sostiene Recca, “che si tenta di unire in una sola associazione i creatori dell'opera dell'ingegno con tutti coloro che, direttamente o indirettamente, nella società dell'informazione e della comunicazione sviluppano e diffondono il prodotto creativo dell'autore. La peculiarità del progetto risiede infatti nella prevista partecipazione dei giornalisti e delle imprese radiotelevisive” (tra i firmatari del documento programmatico della D.A.C. figurano nomi come Piergiuseppe Caporale e Danilo Ciotti). “Solo un’azione sinergica”, secondo Recca, “può rendere possibile, oggi, la crescita in contemporanea del processo creativo e di quello produttivo. Nella stesura dello statuto sono state prese in considerazione, ad esempio, attività sinora sconosciute (o, comunque non esercitate) da istituzioni e associazioni del settore che potrebbero sembrare similari alla nostra. Anche se l’obiettivo non è quello di sostituirsi ad istituzioni preesistenti ma, al limite, vivere di vita parallela, è certo che D.A.C. nasce con altre prerogative”, conclude Recca: e con la volontà, sembra di capire, di cambiare assetto e finalità se il monopolio Siae sancito dalla legge dovesse venire prima o poi a decadere come richiesto anche di recente da altre organizzazioni dell’imprenditoria musicale (vedi News), aprendo il campo ad iniziative concorrenziali.