Mentre i fuoriusciti FIMI lavorano all’atto costitutivo della loro associazione alternativa (che dovrebbe entrare in azione dal mese prossimo) la federazione presieduta da Enzo Mazza accelera il passo della marcia di riavvicinamento all’AFI, già iniziata da qualche tempo (vedi la collaborazione sul piano dei rapporti istituzionali e in relazione ai contenuti digitali e alle nuove tecnologie, tra “Patto di Sanremo” e “Commissione Stanca”). <br> Un comunicato congiunto diramato nella giornata di martedì 15 giugno annuncia infatti l’avvio di un “processo di integrazione” tra le due associazioni dei discografici il cui primo passo consiste nella decisione di presentarsi, appena tecnicamente possibile, con una rappresentanza unica in seno a Confindustria, pur mantenendo un’iscrizione autonoma all’associazione degli industriali italiani. Luigi Barion, presidente AFI, parla di “importante passo che porta ad una strategia comune di tutela dei contenuti”, mentre Mazza anticipa l’obiettivo di un’alleanza allargata a tutte le industrie che producono contenuti suscettibili di distribuzione digitale, inclusi cinema ed editoria. Allo studio sono anche altre forme di cooperazione tra le due organizzazioni sui temi fiscali, sulla tutela del copyright e sulla promozione della musica italiana e delle nuove produzioni. E sembra possibile, a questo punto, che si vada anche in direzione di un pieno ricongiungimento, dopo la nota scissione che nel 1992 portò all’abbandono dell’AFI da parte delle major con la conseguente nascita della FIMI.