Un articolo del Financial Times fa i conti in tasca ad Alain Levy, capo della divisione discografica della EMI, per arrivare a conclusioni piuttosto interessanti e anche sorprendenti. Si viene a sapere che a dispetto della crisi, e in virtù di un aumento di stipendio concordato contrattualmente con i proprietari della società, il top manager francese ha percepito nel 2005 quasi il 30 % in più di quanto guadagnato l’anno precedente: 2,05 milioni di sterline (3,07 milioni di euro), di cui 1 milione corrisponde al suo stipendio base e il resto a “bonus” maturati a vario titolo nel periodo. A dispetto di ciò, Levy guadagna una cifra annua sensibilmente inferiore a quella incassata dal capo delle edizioni EMI, Marty Bandier (3,1 milioni di sterline, pari a 4,65 milioni di euro), ed è pagato meno dei colleghi che guidano le altre major, Warner, Universal e Sony BMG: è, insomma, il più 'povero' (si fa per dire) dei top manager del mondo discografico.