L’esplosione a livello mondiale del fenomeno K-pop, che ha portato i BTS a chiudere - da performer - la <a href="https://www.rockol.it/tutto-su/grammy-awards-2021-482042">recente edizione dei Grammy Awards</a>, non poteva che diventare oggetto di propaganda nella pluridecennale rivalità tra Seul e Pyongyang. Nei giorni scorsi l’Agenzia Centrale di Stampa Coreana, organo ufficiale del regime guidato da Kim Jong-un, ha diffuso un dispaccio dove ha accusato le società discografiche sudcoreane che curano gli interessi di band popolarissime come - appunto - BTS e Blackpink di ridurre in schiavitù i cantanti messi sotto contratto.

Nel comunicato - riportato dal sito KCNA Watch, e che cita come fonte non meglio precisate fonti di stampa sudcoreane - si sostiene che “giovani cantanti della Corea del Sud sono costretti a vivere una vita miserabile in quanto subordinati alle grandi corporation”: citando esplicitamente BTS e Blackpink si afferma come la firma di “contratti esclusivi con grandi aziende del settore tra cui la SM Entertainment” sottoscritti “in tenera età”, quando i contraenti ancora frequentavano “le scuole elementari e medie”, portino gli artisti a essere “completamente isolati dal mondo esterno”, e costretti a un “massacrante addestramento” che prevede appena “2 o 3 ore di sonno al giorno”, il tutto “in nome del profitto”.

“Le loro vite”, prosegue l’informativa, “sono come prigioni senza sbarre”, che vedrebbe i malcapitati addirittura costretti - come parte degli accordi - a concedere “favori sessuali a politici e uomini d’affari” come parte degli accordi: tali condizioni avrebbero portato - sempre secondo l’Agenzia Centrale di Stampa Coreana - diversi artisti al suicidio, come successo nel caso di Sulli, la già star della formazione al femminile delle f(x) trovata morta nel suo appartamento di Seul nell’ottobre del 2019 all’età di 25 per quello che le autorità hanno classificato come un gesto estremo.

Né la SM Entertainment né <a href="https://www.rockol.it/news-720987/ufficiale-big-hit-entertainment-diventa-hybe">HYBE, la nuova conglomerata nata dalla Big Hit Entertainment</a>, si sono ovviamente preoccupate di rispondere, tanto esagerate e pretestuose sono parse, agli occhi degli osservatori internazionali, le accuse. Tuttavia il tema dei termini che regolano le relazioni tra artisti ed etichette K-pop non è nuovo, e non ha mancato di suscitare dibattito anche solo nella Corea del Sud, e - per giunta - in tempi non recenti: già nel 2008 la boy band dei TVXQ fece causa alla propria etichetta, la stessa SM Entertainment, sostenendo come il contratto che li legava alla label, sottoscritto ad appena tredici anni, fosse ingiusto e vessatorio. Alla luce delle rimostranze la Federal Trade Commission sudcoreana stabilì, nel 2009, come la durata temporale massima di un contratto discografico dovesse essere limitata a sette anni, implementando nel 2017 le normative in merito per tutelare ulteriormente gli artisti nei confronti delle etichette.

K-Pop

Blackpink

HYBE

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Corea del Nord, la propaganda all’attacco del K-pop: ‘Bts e Blackpink schiavi delle multinazionali’

Industria

Il regime di Kim Jong-un accusa: ‘Cantanti sequestrati dalle aziende, fatti dormire solo due o tre ore al giorno e costretti a favori sessuali’

Si terrà domani,&nbsp;giovedì 20 novembre, alle ore 14,30, presso il Dazio di Levante, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel - presentato da PMI - “Musica ribelle: la nuova voce dei cantautori italiani”.

“Nel 2025, la canzone d’autore torna ad alzare la voce”, si legge nella nota di presentazione compilata dagli organizzatori: “Tra crisi climatica, diritti sociali e disillusione politica, una nuova generazione di cantautori e cantautrici usa la musica come forma di attivismo e resilienza. Il panel esplora come il pop, il rap e il cantautorato contemporaneo stiano ridefinendo i concetti di ribellione e cambiamento nel panorama musicale italiano” per mezzo di “un dialogo aperto tra artisti, attivisti e operatori del settore su come la canzone possa ancora ‘cambiare le cose’ o, almeno, raccontarle con onestà”.

Prenderanno&nbsp;parte all’incontro&nbsp;Eugenio Cesaro (Eugenio in via di Gioia), Grabriele Compierchio&nbsp;(A&amp;R Sugar Music Publishing) e&nbsp;Michela Galluccio&nbsp;(Psicologa Neuropsicologa, Presidente di Restart). 
La moderazione sarà a cura di Gianni Sibilla di&nbsp;Rockol.

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/3o3aap-musica-ribelle-la-nuova-voce-dei-cantautori-italiani-20th-nov-dazio-levante-arco-della-pace-milano-tickets?dice_campaign=Butik+S.r.l.+Impresa+Sociale&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7568624&amp;dice_tags=organic">questo indirizzo</a>.

MMW25, domani il panel ‘Musica ribelle’

Giovedì 20 novembre, alle ore 14,30, al Dazio di Levante

Si è svolto stamattina negli spazi della Palazzina Appiani il panel "Il valore della musica oltre il PIL: la misurazione dell'impatto della Milano Music Week", per&nbsp;presentare la prima edizione dell’Impact Report&nbsp;della Milano Music Week, che analizza e racconta gli effetti culturali, sociali, economici e ambientali generati dall’edizione 2024 della settimana della musica milanese. Il report è frutto&nbsp;di un progetto di ricerca promosso da Deloitte e Rockol MusicBiz, in collaborazione con Butik e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano:&nbsp;un passo significativo verso la misurazione di valore e della sostenibilità di uno degli eventi musicali italiani più importanti. Intervengono nella discussione&nbsp;Tommaso Sacchi (assessore alla cultura del&nbsp;Comune di Milano),&nbsp;Paola Zukar (founder di&nbsp;Big Picture Management),&nbsp;Ernesto Lanzillo (presidente del CdA di&nbsp;Deloitte &amp; Touche SpA) e&nbsp;Nur Al Habash (direttrice artistica della Milano Music Week); modera l'incontro Giampiero Di Carlo (CEO Rockol).

Ampio il confronto sulla ridefinizione del concetto di valore musicale oggi, evidenziando il ruolo sempre più centrale della musica come motore culturale e sociale. La musica, nelle parole di Giampiero Di Carlo, è "larger than life: la sua influenza e la sua capacità di arrivare a tutti e determinare un coinvolgimento sulle comunità è straordinario. E' un impatto talmente enorme che spesso viene percepito come non misurabile, ma non è così: ci siamo riusciti grazie all'aiuto di Deloitte" spiega.

Il progetto pilota di questa misurazione è proprio la Milano Music Week, "che si può estendere in termini di valori e indicatori all'impatto della musica sulla nostra città" commenta Tommaso Sacchi. "Da quando ho intrapreso questo ruolo pubblico ho sempre lavorato molto sui dati, perché la tavolozza che ha di fronte un amministratore è senz'altro data dagli eventi e dai luoghi, ma anche da ciò che viene prodotto dalla cultura. Una misurazione della musica che vada oltre il PIL è quanto mai opportuna: è necessaria una narrazione più emotiva e calda, che prende in considerazione anche le endorfine che la musica mette in circolo nella popolazione".&nbsp;Una città che investe sulla musica la rende parte del suo racconto collettivo e della sua memoria:&nbsp;pensiamo a concerti come la storica data dei Beatles al Velodromo Vigorelli, o a editori musicali e etichette storiche, come Fonit Cetra e Sugar. E ancora, lo studio di fonologia di Berio e tanti altri luoghi innovativi.&nbsp;

Paola Zukar sottolinea come sia importante creare una conoscenza condivisa su dati che difficilmente sono accessibili perfino&nbsp;a chi lavora nella musica. "Quando ho iniziato a lavorare nell'ambito della musica hip hop, che trasmette dei valori a cui io tengo tantissimo e che non sempre è stato compreso, siamo andati per così dire in freestyle: non sapevamo che impatto avrebbero avuto album come quelli di Fabri Fibra o dei Club Dogo" ricorda. "Ma ci siamo resi conto che il rap è anche da noi un vero e proprio ascensore sociale, e spero di poter aiutare mettendo a disposizione dei dati che, una volta analizzati e ordinati, potranno dare un senso comunicabile anche all'esterno&nbsp;di&nbsp;ciò che facciamo".

Per Ernesto Lanzillo, si tratta di una vera e propria sfida. "Questo Impact Report&nbsp;è una sorta di edizione zero, in cui abbiamo tirato fuori i dati relativi all'edizione 2024; una palestra che utilizzeremo per migliorare ulteriormente nel 2025" spiega. "Al di là dell'impatto economico, ma le nuove generazioni hanno anche attenzione a valori molto importanti sul piano etico. L'Unesco spiega che il valore di un evento culturale non si basa solo su benessere economico e prosperità, ma anche sulla capacità di migliorare l'ambiente e la resilienza di una città e di migliorarne inclusione e partecipazione". Il report, in effetti, si ispira&nbsp;al framework UNESCO Culture | 2030, uno strumento internazionale per la valutazione del contributo delle iniziative culturali al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).

Quanto ai risultati, nell'ambito ambiente e resilienza, spicca l'impegno per la sostenibilità e l'attivazione delle periferie: 128 location coinvolte sul territorio di cui quasi il 10% nelle periferie, 100% degli eventi plastic free, raccolta differenziata garantita in tutte le sedi del programma ufficiale. In termini di benessere economico e prosperità, un plauso va alla leadership&nbsp;giovane e femminile (l'89% dei professionisti ha meno di 40 anni, l'84% è donna), mentre tra le conoscenze e competenze troviamo gli impressionanti numeri relativi al programma (370 eventi, 222 artisti, 270 speaker), ma anche il focus sulle nuove generazioni (30% dei performer è under 29 e il 69% è nella fascia 30-49 anni). Nell'ambito di inclusione e partecipazione, si registra una crescita nelle presenze (+10% rispetto al 2023).

Nur Al Habash conferma che l'intenzione è di svolgere una misurazione continuativa: "Abbiamo impostato un'infrastruttura che ci permetterà di valutare il valore della MMW non tanto come semplice evento, ma come piattaforma" afferma. "Oltre a generare valore culturale in forma di concerti, dj set, contenuti e dibattiti, questa settimana riunisce nella capitale della musica italiana tutta l'industria musicale e tutti coloro che sono interessati alla musica in termini di business, tecnologia e impatto. E' un modo per fare il punto della situazione, fare un bilancio sull'anno che si appresta a chiudersi e fare delle previsioni sull'anno che verrà". Grande importanza viene data anche agli studenti, che partecipano in grande quantità: "Già l'anno scorso mi è capitato spesso di incontrare studenti che venivano da lontano e arrivavano per fare una sorta di full immersion formativa e di apprendimento, perché dove vivono loro non ci sono opportunità simili". Ed è anche un'opportunità per i professionisti di fermarsi a riflettere insieme. Anche per questo, una fotografia del sistema musica è quanto mai importante: "Spero che questo Impact Report sia solo l'inizio e che preluda a una misurazione più generale della nostra industria. In Italia siamo stati un po' allergici ai dati nel passato, ma è importante contarsi per contare, come si suol dire: il primo strumento che abbiamo per progredire come industria e farci aiutare dalle istituzioni è proprio quello di avere dei riscontri oggettivi relativi a ciò che tutti percepiamo, per raccontare in maniera più puntuale e oggettiva ciò che facciamo".

MMW25, report: il panel "Il valore della musica oltre il PIL"

La misurazione dell’impatto della Milano Music Week in una ricerca di Deloitte

Si è conclusa positivamente <a href="https://www.rockol.it/news-754184/grignani-pronto-a-citare-pausini-testo-la-mia-storia-tra-le-dita">la disputa sorta tra Gianluca Grignani e Laura Pausini</a> per la <a href="https://www.rockol.it/news-754270/grignani-pausini-polemica-la-mia-storia-tra-le-dita-autorizzazioni">versione modificata</a> di “La mia storia tra le dita”, classico del cantautore lombardo del ‘94 riletto dalla star di Solarolo il cover album “Io canto 2”, atteso sui mercati nella prima metà del 2026. “Warner Chappell, società editrice del brano, ha annunciato ‘di aver risolto positivamente con Gianluca Grignani e Massimo Luca (l'altro autore del brano, ndr) la controversia nata dalla modifica del testo dell'opera 'La mia storia tra le dita' nella versione pubblicata da Laura Pausini’”, riferisce l’agenzia ANSA, spiegano come le parti abbiano “espresso soddisfazione per il risultato ottenuto”. Grazie all’accordo, la nuova versione della canzone potrà restare a disposizione sul mercato.

Laura Pausini

Pausini - Grignani, c’è l’accordo su ‘La mia storia tra le dita’

Lo riferisce l’editore del brano Warner Chappell

Gli Slipknot hanno ceduto la quota di maggioranza del proprio catalogo ad HarbourView Equity Partners: l’indiscrezione, in origine fatta trapelare dall’Hollywood Reporter, è stata confermata dalla società di investimenti fondata e diretta da Sherrese Clarke. L’accordo riguarda sia i diritti editoriali sia i diritti sulle incisioni dei sette album registrati in studio pubblicati dalla band di Des Moines, Iowa, dal 1999 a oggi.

La cifra versata da HarbourView al gruppo non è stata confermata: l’edizione americana di Billboard, che lo scorso agosto aveva riferito delle trattative in corso tra le parti, ha valutato in 120 milioni di dollari il valore della cessione.

"La musica degli Slipknot ha ridefinito l'heavy metal e creato un fenomeno culturale globale”, ha commentato Clarke: “Il loro catalogo è una testimonianza della loro influenza, passione e maestria di lunga data all'interno del genere. Siamo orgogliosi di essere al passo con la cultura e, grazie a un'analisi approfondita del coinvolgimento del pubblico, vediamo chiaramente l'impatto culturale degli Slipknot dagli anni '90 a oggi. Le loro opere sono fondamentali per la nostra politica di investimenti, e HarbourView è onorata di contribuire a preservare e amplificare il lavoro del gruppo per i decenni e le generazioni a venire”.

Slipknot

Slipknot, ceduta ad HarbourView la maggioranza del catalogo

L’accordo riguarda sia i master che le edizioni

E’ scomparso Nicola Vannini, imprenditore e co-fondatore di Audioglobe, azienda fiorentina attiva nel settore della distribuzione discografica: a darne notizia è il sito di Controradio.

Dopo aver debuttato nel mondo della musica come artista - nello specifico, come voce dei Diaframma, tra il 1981 e il 1983, e in seguito coi Soul Hunter - Vannini aveva lavorato a Contempo Records, label e negozio di dischi ancora attivo nel capoluogo toscano, in via dei Neri. Nel 1993, insieme a Simone Rossi, Mauro Ragnini, Enrico Paoli e Sebastian Koch, aveva fondato Audioglobe, distributore indipendente a livello nazionale che collabora con oltre 200 etichette sia italiane che straniere.

“C’è tantissima ottima musica in giro”, aveva dichiarato nel 2012, a Repubblica, commentando una serata speciale durante la quale aveva riproposto il repertorio del Diaframma che lo aveva visto al microfono della band di Federico Fiumani: “Ma nonostante la Rete, la democrazia elettronica, la facilità con cui si fanno cd, una cosa non è cambiata: ancora oggi le band devono mettersi in testa che si impara ad essere bravi suonando tanto, tantissimo dal vivo. Ovunque, non solo nei posti fighetti. Anche davanti a 30 persone”.

Grande appassionato di musica dal vivo Vannini era stato l’ideatore e l’organizzatore del Rock Contest, concorso musicale dedicato agli emergenti avviato nel 2001 che - nel 2008 - era stato vinto dagli Offlaga Discopax, primo fenomeno indie il cui album d’esordio - “Socialismo tascabile” - fi pubblicato da Audioglobe e Santeria.

Audioglobe, addio a Nicola Vannini

Si è spento il co-fondatore e presidente dello storico distributore fiorentino

Tutti vedono il gesto finale, la gara, il palco, ma quando il corpo e la mente sono messi alla prova, la differenza non la fa solo il talento, ma la capacità di reggere la pressione, recuperare e ripartire. In un dialogo tra sport e musica è stato esplorato ciò che nutre chi vive di performance: la forza silenziosa che permette di restare lucidi, autentici e umani anche sotto i riflettori. L’incontro, in programma alla Milano Music Week, ha inaugurato il podcast del progetto “Resilience Room – Salute mentale per creativi”, che introduce nel mondo creativo il tema della prevenzione, già presente in altre discipline, affermando che “la mente creativa non è fragile: è preziosa” e va protetta. 
 
Hanno partecipato Fouzia Draoua – Psicologa e Resilience Room Director; Shablo – artista, producer; Alex Bellini – esploratore, coach. Il panel è stato introdotto da Giampiero Di Carlo, editore di Rockol, e moderato da Marta Blumi Tripodi, giornalista di Rockol.&nbsp; “Il progetto che sto portando avanti nasce dentro Universal, nasce guardando i creativi ed è per i creativi – racconta Fouzia Draoua – uno dei grandi temi è quello del risultato nel mondo creativo, che non si sa mai davvero se arriverà, dipende da troppi fattori. Un po’ come avviene nello sport dove però si può lavorare sulle performance, nell’arte e nella musica no, si riparte sempre da zero. Quello che abbiamo messo in piedi per aiutare i creativi è un laboratorio con cui creare modelli per supportare gli artisti. Pure iniziare a parlare di questi temi è fondamentale, per questo abbiamo ideato anche un podcast”. 
 
“Questa è una società avulsa dal sentire, e più improntata sul pensare. Ma noi non siamo quello che pensiamo, non siamo quello che agiamo, dobbiamo concentrarci di più su quello che sentiamo – prosegue Shablo - la musica, che non nasce per produrre economie in antichità, esattamente come l’arte, dovrebbe basarsi di più sul sentire, non sul risultato. Io da anni pratico meditazione, che è un modo per osservarsi, per non lasciarsi trascinare dai pensieri, magari negativi, di cui parlavo. Io ammiro tanto chi riesce a stare da solo con se stesso, a parlare con la parte più profonda di sé. Credo che questo sia un primo passo importante per avere un dialogo con la propria mente”. “Nelle mie traversate, nei miei viaggi, non sono mai stato davvero solo, avevo una rete di persone intorno a me, e questo è un aspetto interessante perché fa capire quanto nell’esplorazione non si sia mai davvero soli, realmente o metaforicamente – ricorda Bellini – credo molto nell’antica incisione greca ‘conosci te stesso’, che è il primo atto per praticare resilienza. Proprio la resilienza mentale per me è come il quadro di Napoleone: stare comodi su un cavallo imbizzarrito. E per praticarla è importante esplorare ed esplorarsi”.

MMW25: Shablo e Alex Bellini in dialogo sulla resilienza mentale

La differenza non la fa solo il talento, ma la capacità di reggere la pressione. 

Ecco, come comunicato dagli stessi organizzatori, il programma degli eventi in calendario per la terza giornata della nona&nbsp;edizione della Milano Music Week:

Palazzina Appiani&nbsp;aprirà la giornata alle ore 10.00 con il talk “Proteggere la musica nell’era digitale: il ruolo di Trusted Flagger e le sfide della content protection” presentato da FIMI, con Luca Vespignani (Segretario Generale della Federazione contro la Pirateria Musicale e Multimediale) e Robbert Baruch (Senior Vice President of Public Affairs – Europe and Multilateral Relations, UMG). Segue “Il valore della musica oltre il PIL. La misurazione dell’impatto della Milano music week” presentato Deloitte e Milano Music Week, presenti Tommaso Sacchi e Paola Zukar, e&nbsp;“Producer, autore o entrambi?” con&nbsp;Michele Canova Iorfida&nbsp;(Autore e producer) e&nbsp;Davide Simonetta&nbsp;(Autore).&nbsp;Al pomeriggio si susseguono “Il valore della musica e i pubblici esercizi”, presentato da FIPE, “Non buttate quelle casse! Guida pratica al riciclo di strumenti e hardware” presentato da Consorzio ECOEM, “BEATs: quando la musica diventa sostenibile. Un nuovo modello per valutare gli eventi musicali” presentato da Alta Scuola Politecnica in collaborazione con BetterDays srl; “La Musica Italiana, come si colloca nello scenario globale. Sfide ed opportunità” sponsored by Pirames International.

Il&nbsp;Dazio di Levante&nbsp;ospita dal pomeriggio i panel: “Pagamenti digitali ed eventi: l’innovazione che ridefinisce l’esperienza d’acquisto” presentato da TicketOne, e “Radiofreccia Rock Campus” presentato da Gruppo RTL 102.5 che racconta un nuovo programma che mira a connettere, ispirare e coinvolgere le nuove generazioni attraverso la musica rock. Dalle ore 16.30 due panel presentati da NUOVO IMAIE: “Musica e futuro: come costruire una carriera che resista al tempo e alle mode” con ospite&nbsp;Dodi Battaglia&nbsp;e “Production music: diritti, opportunità e regole della sincronizzazione”. Chiude la giornata di talk il consueto appuntamento firmato Rolling Stone Italia “45 giri di Rolling Stone Italia, gli anni ‘90 con&nbsp;Alexia, Tormento, Boosta&nbsp;(Subsonica)”.

La sera il Dazio si trasforma per il party di Sony Music Italy “First Club” con gli showcase di Faccianuvola, Mazzariello, Anna and Vulkan e special guest. Dj set di Eva Bloo.

All’Agorà&nbsp;di&nbsp;Triennale Milano alle ore 19.30&nbsp;Frah Quintale&nbsp;protagonista del format “Da disco nasce disco” di Dumar. Segue il talk “La musica che cambia” presentato da Cosmopolitan con ospiti le giovanissime&nbsp;Coca Puma&nbsp;(Costanza Puma) e&nbsp;Cyaodieffe&nbsp;(Martina Di Florio) che nei loro ambiti stanno cambiando le regole della musica di oggi.

A&nbsp;Casa Degli Artisti&nbsp;alle ore 17.00 “Dallo studio al palco: un incubatore per la musica di domani” con Paola Gallo che dialoga con la cantautrice&nbsp;Sofia Di Vaio, presentato da Fonoprint, e alle ore 18.00 “R&amp;B Takeover: l’Italia che vibra di R&amp;B”, con&nbsp;STE,&nbsp;Arya,&nbsp;Big Fish&nbsp;e&nbsp;Giordano Dan, questi ultimi, ideatori e direttori artistici del R&amp;B Takeover Fest, introdurranno visione e obiettivi del progetto, che proseguirà con la serata live del 20 novembre all’Apollo Club, condotta da Nina Zilli. Alla sera continuano gli appuntamenti della rassegna “40Hz Research – Live Sessions 2025 Music and science”.

Dopo il successo dei primi appuntamenti, continua il format “Diggin’ with” che domani vedrà protagonisti&nbsp;Colombre&nbsp;e&nbsp;Maria Antonietta&nbsp;da Dischi Volanti e&nbsp;Generic Animal&nbsp;da Serendeepity. “The Stereo Line” si terrà al Bene Bene Bar con&nbsp;Carlo Antonelli, figura fantasmagorica del panorama culturale italiano, in ordine sparso direttore di Rolling Stone Italia, Wired Italia e GQ, general manager della Sugar Music di Caterina Caselli e co-fondatore con Luca Guadagnino della casa cinematografica First Sun e produttore di molti film del regista.

Al 21 HOUSE OF STORIES NAVIGLI “Io contro me stesso w/&nbsp;Willie Peyote” presentato da Cromosomi: vecchie interviste, dichiarazioni e testi diventano il punto di partenza per un dialogo serrato con il moderatore Federico Rana. A seguire il primo episodio del podcast di&nbsp;Nitro&nbsp;“Incubi lucidi: backstage del disco”.

Tanti gli appuntamenti organizzati dai content partner in tutta la città:

Sugar&nbsp;apre le porte della storica sede in Galleria del Corso 4 per raccontare il dietro le quinte del proprio lavoro nell’industria musicale con 8 panel dedicati alle principali aree dell’azienda con i rispettivi team e i responsabili area. Nella stessa sede alle ore 15.00 sarà possibile entrare in contatto con il team A&amp;R di&nbsp;Edizioni Curci&nbsp;e assistere ad una songwriting session vivendo il processo creativo della scrittura di una canzone da spettatore. Da domani al 21 novembre&nbsp;LaTarma&nbsp;apre le porte dei suoi uffici ad aspiranti professionisti del mondo della musica che vogliono entrare in contatto con esperti del settore. In&nbsp;Universal Music&nbsp;continuano gli incontri “Off The Records”, alle 16.00 sul K-pop.

SAE Institute, in collaborazione con IGDA Milano, presenta al Bobino un incontro dedicato al mondo della&nbsp;musica chiptune, con l’artista e compositrice&nbsp;Chipzel, autrice delle colonne sonore di Super Hexagon, Interstellaria e Dicey Dungeons.

Continuano gli appuntamenti de La Ragione al California Bakery Garden &amp; Lounge con un talk sul cantautorato insieme a Francesco Paracchini e la presentazione del libro&nbsp;“Nice to Rock You”&nbsp;di Ezio Guaitamacchi e Leonardo Follieri. Anche l’Ostello Bello si dedica alla letteratura, con il racconto tra parole e musica del&nbsp;Live Aid&nbsp;1985, l’evento musicale che ha cambiato gli anni ’80, con&nbsp;<a href="https://www.instagram.com/gabrielemedeot_storyteller/">Gabriele Medeot,</a>&nbsp;autore del libro&nbsp;“Live Aid: Il suono di un’era”&nbsp;accompagnato da Laura Panetta alla voce e Giovanni Bertossi alla chitarra.

Allo Spazio Wao la community Miscela porta Claudia Laruccia, coreografa e ballerina, e Asia Jennifer Lanni, regista per&nbsp;“From Woman to Woman – Inspiring women in the music industry”, per raccontare la visione delle donne che stanno ridefinendo i confini della musica e costruendo nuove narrative.

Per ballare dall’orario aperitivo, da Bisca Manfredi l’evento&nbsp;<a href="https://www.instagram.com/unoreverse.milano/">“Uno Reverse”</a>&nbsp;con dj set e improvvisazione in jam session con la possibilità di aggiungere un pezzo di gear, sequencer, drum machine, al DETUBE la RADAR night per festeggiare 3 anni di RADAR MGMT, al cocktail bar&nbsp;<a href="https://www.solchidrinkdascolto.it/">Solchi Drink d’Ascolto</a>&nbsp;il concerto di Berardi – cantautore, musicista ed insegnante di origini pugliesi, founder del format Milano Cantautori.

Management del Dolore Post-Operatorio&nbsp;e&nbsp;Lael Neale&nbsp;saranno in concerto&nbsp;all’Arci Bellezza.

Il programma di domani di&nbsp;Linecheck Music Meeting &amp; Festival, negli spazi di BASE Milano, prevede una serata dedicata a collaborazioni speciali e progetti multidisciplinari: tra questi, “Investito”, performance degli artisti spagnoli di exflamenco Niño de Elche ed Ernesto Artillo, sviluppata in partnership con Farout Live Arts Festival; uno dei progetti più attesi di questa edizione: “Takkuuk – The Talk: Indigenous Voices in Focus”, un dialogo con artistə e attivistə delle comunità indigene coinvolte nel progetto internazionale ideato da EarthSonic, In Place of War e dal duo elettronico Bicep. Negli spazi de La Capsula (sempre dentro BASE) proseguono gli showcase in audio 3D realizzati con SANE, e si apre la mostra “Pink Floyd – Wish You Were Here. The cover art of Storm Thorgerson”, dedicata al leggendario designer delle copertine della band.

MMW25, il programma di mercoledì 19 novembre

Gli appuntamenti della terza giornata della manifestazione

Al di là delle infrastrutture tecnologiche e dell’avanzata dell’AI, il cuore pulsante dell’industria musicale resta il talento umano, la cui scoperta è un delicato equilibrio tra numeri e intuito, tra viralità e autenticità. Gli algoritmi intercettano trend, ma possono davvero cogliere l’anima di una nuova voce? In una riflessione ad ampio spettro, i vertici delle principali realtà discografiche nazionali si sono confrontati sulle sfide dello scouting nell’era digitale: come cambiano i processi decisionali, quali nuovi profili emergono dietro le quinte e come si ridisegna il rapporto tra industria, artisti e pubblico nell’ecosistema delle piattaforme. Sono intervenuti Pico Cibelli (Presidente, Warner Music Italy), Alessandro Massara (Presidente, Universal Music Italia), Sara Pedroni (Managing Director, Believe Italy), Andrea Rosi (Presidente &amp; CEO, Sony Music Italy) e Dino Stewart (Managing Director, BMG). Il panel è stato moderato da Francesco Prisco de Il Sole 24 Ore.

“Noi come Believe non abbiamo come obiettivo il numero di firme, ma vogliamo fare le firme giuste – dice Pedroni – non vogliamo trattare gli artisti come numeri. Identifichiamo ciò che è giusto per un artista e adottiamo un approccio trasparente, fornendo tutti i dati che abbiamo a disposizione”. La chiave di tutto sono gli artisti e il loro repertorio: “Questo cuore va alimentato. Il talent scout è il ruolo più importante all’interno della nostra azienda. L’A&amp;R è il lavoro che tutti vorrebbero fare, e quando incontro i ragazzi me lo dicono”, prosegue Cibelli.&nbsp;“L’arrivo del web ha cambiato il lavoro del talent scout. Oggi, grazie all’analisi dei dati, si può arrivare molto presto su artisti sconosciuti che magari fanno numeri importanti – ammette Massara – ma non basta: gli artisti vanno consigliati e guidati nella scelta del repertorio. Quindi il lavoro è cambiato, ed è anche più ampio”.

“Le nostre aziende hanno raddoppiato e in alcuni casi triplicato la presenza di A&amp;R. Vanno reclutati con caratteristiche complesse e articolate. Mediamente, per sviluppare un artista ci vogliono tre anni”, osserva Rosi. “Non sono molto convinto dell’utilizzo dell’AI per scovare artisti, ma è vero che spesso non si sta cercando l’artista dell’anno, bensì il nome dell’estate – sorride Stewart – e quindi uno strumento come l’AI può essere utile. Un altro aspetto: oggi un contratto discografico è un inizio, non è più un traguardo come anni fa. Questo va tenuto in considerazione”.

MMW25: parola ai leader dell’industria discografica italiana

Il report del panel sul futuro dello scouting nell’era digitale.

“Musica e sport: un futuro insieme?” è il titolo del panel che si è tenuto nel pomeriggio di oggi, 18 novembre,&nbsp;nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week per indagare come il&nbsp;settore della musica live e il mondo dello sport possono creare sinergie per "nuove, moderne e sostenibili strutture”. L'incontro, focalizzato su questi due settori che rappresentano “importanti leve per la prosperità economica, sociale e culturale del Paese”, è stato&nbsp;presentato da Ontier in collaborazione con Rockol, e ha visto partecipare il Presidente di AssoConcerti Dott. Bruno Sconocchia, l'Amministratore Delegato di Sport e Salute Dott. Diego Nepi Molineris, la Vice Presidente di ANCE Transizione Ecologica Dott.sa Silvia Ricci e gli avvocati partner di Ontier Natalia Bagnato e Giuseppe Fabrizio Maiellaro.

Moderato da Davide Poliani, giornalista di Rockol e responsabile di&nbsp;Rockol MusicBiz, il panel si è aperto con l'obiettivo di "capire come i gestori degli impianti sportivi, quindi i luoghi deputati allo sportl sport, possono interagire col settore della musica live".&nbsp;

“Noi viviamo un momento fortunato per il nostro settore", ha sottolineato&nbsp;il Presidente di AssoConcerti Dott. Bruno Sconocchia: "Dopo il crollo nel 2020 e nel 2021 dovuto al periodo della pandemia, in cui si sono azzerati tutti i redditi di tutti gli operatori del mondo allo spettacolo, già nel 2022 abbiamo registrato&nbsp;una forte ripresa, nel 2023 i numeri di tre parametri fondamentali -&nbsp;numero di spettacoli, spettatori e spesa del pubblico -&nbsp;si sono addirittura raddoppiati. Nel 2024 abbiamo avuto una conferma con un leggero aumento di questi numeri e già possiamo anticipare che nel 2025 ci sarà un aumento ancora più importante di questi numeri. Per dare un'idea di grandezza:&nbsp;nel 2024 ci sono stati circa&nbsp;39 mila spettacoli, più di 24 milioni di spettatori e quasi 998 milioni di euro di incasso. Dal 2025 ci possiamo augurare di arrivare al miliardo di euro. E stiamo&nbsp;parlando solo del settore classificato come pop/rock e di musica leggera, che&nbsp;rappresenta&nbsp;il 60% dell'intero mondo dello spettacolo al vivo -&nbsp;che comprenderebbe anche teatro, circo, i burattini, balletti e così via". Sconocchia&nbsp;ha quindi sottolineato: "La premessa è importante dal punto di vista economico, senza ricordare&nbsp;l'importanza sociale e culturale che rappresenta il mondo degli spettacolo dal vivo.&nbsp;I luoghi di spettacolo ricoprono un ruolo importante come&nbsp;veri presidi sul territorio, dal punto di vista culturale e sociale, essendo tra i pochi momenti di aggregazione rimasti, soprattutto per le nuove generazioni. Di fronte a queste&nbsp;luci abbaglianti, c'è però una serie di criticità. Le prime due da segnalare riguardano la&nbsp;disparità territoriale&nbsp;e&nbsp;la distribuzione temporale. Per quanto riguarda il primo tema, basti pensare che&nbsp;il 31% degli incassi totali generati dagli spettacoli in Italia&nbsp;è concentrato in Lombardia. In merito alla&nbsp;distribuzione temporale degli spettacoli, è importante sottolineare che&nbsp;il 51% degli incassi di spettacoli si concentrano in due mesi dell'anno, giugno e luglio".&nbsp;Ha continuato: "Arrivando al tema odierno, cercando di darsi una spiegazione sulla situazione attuale, si sottolinea che in Italia abbiamo 3.500 teatri, 2.000 di questi sono al nord. Abbiamo centinaia di palazzetti dello sport, solo 3 hanno una capienza superiore a 10.000 persone, a Milano, Torino e Bologna. Nella classifica delle città per numero di spettatori, dopo Milano e Roma, al terzo posto non si trovano Torino o Napoli, ma Assago, alle porte di Milano, dove si trova il Forum. La stessa situazione la si trova in una classifica per ordine di spesa. Questo serve a sottolineare quanto la presenza di un palazzo dello sport, o un'arena estiva, può cambiare l'ordine di importanza di una città rispetto a un'altra in Italia. La disponibilità di spazi cambia la geografia e la distribuzione temporale: in Italia mancano spazi per fare spettacoli. Il tema degli spazi da dedicare al mondo degli&nbsp;spettacoli dal vivo è quindi un problema sociale".

Davide Poliani ha ora invitato&nbsp;l'Amministratore Delegato di Sport e Salute Dott. Diego Nepi Molineris per capire come far interagire il mondo della musica live e dello sport per "innescare un circolo vizioso di crescita per entrambi i settori". "Condivido ogni parola del&nbsp;Dott. Bruno Sconocchia,&nbsp;e la riporto nell’ambito che più mi compete: lo sport", ha iniziato il&nbsp;Dott. Diego Nepi Molineris: "Musica e sport sono due&nbsp;ecosistemi che fanno dell'energia, del ritmo e dell'emozione, le loro combinazioni. Analizzando la situazione impiantistica sportiva in Italia, legata alle infrastrutture, pensando ai palazzetti coperti con una copertura sopra i&nbsp;3.000 spettatori, o addirittura sopra i 10mila spettatori, si trova una situazione di strutture che sono sempre state riversate verso attività&nbsp;sportive, in funzione quindi dell'attività effettiva della società sportiva". Ha aggiunto: "La società per cui lavoro, Sport e Salute, si sta occupando di&nbsp;una pianificazione diversa rispetto a questo scenario: non possiamo vivere di infrastrutture e di ambienti sportivi grazie solo ad eventi sportivi".&nbsp;Molineris ha quindi spiegato: "Sport e musica possono creare insieme delle sinergie straordinarie. Come visto per gli eventi di musica dal vivo, in generale non si può ovviamente vivere di soli due mesi l'anno, vanificando la progettualità, e non ci dovrebbe essere una disparità tra Nord e Sud. Dobbiamo trovare delle soluzioni. In quelle che stiamo pensando, la musica sarà parte integrata e sarà all'interno di&nbsp;playgrounds sportivi. Ci sarà, ad esempio, la possibilità di trasformare luoghi sportivi in punti&nbsp;di aggregazione dove integrare l'attività musicale e di produzione. Dobbiamo lavorare sul velocizzare le tempistiche, perché in breve tempo cambiano le generazioni e le abitudini. Come quello&nbsp;musicale, anche il settore dello sport continua a crescere.&nbsp;Secondo me il connubio di queste due in realtà lo possiamo già creare attraverso la pianificazione degli spazi e&nbsp;la progettazione stessa degli aspetti architettonici, strutturali e ambientali. L'unico vero nemico è il tempo. Sono felice che ne stiamo parlando e che vogliamo lavorarci, cercando di fare qualcosa di concreto".

Come alimentare quindi il connubio tra musica e sport? "Io rappresento l'Associazione Nazionale Costruttori Edili e comprendo come, per mettere a terra il progetto in analisi, occorre realizzarlo", ha affermato&nbsp;la Vice Presidente di ANCE Transizione Ecologica Dott.sa Silvia Ricci: "Sono d'accordo sull'istituire un tavolo di lavoro: noi come Associazione Nazionale Costruttori Edili abbiamo cambiato modalità di approccio al tema. Riteniamo che il nostro valore come imprenditori è anche quella di contribuire a un'armonia sociale. Di&nbsp;fatto vogliamo cogliere il mondo della cultura e&nbsp;dello spettacolo come un volano per la rigenerazione sociale e rigenerazione urbana. Tra le altre cose,&nbsp;ANCE Giovani ha promosso dei bandi dedicati alle scuole per far conoscere il ruolo dei costruttori e coinvolgere le nuove generazioni a pensare come portare un valore aggiunto alle proprie città". Ha continuato: "Tra alcune esperienze personale, riporto il progetto per la riqualificazione dei&nbsp;Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti a Milano, che ha permesso di restituire alla città uno spazio sportivo ma anche culturale, ospitando serate teatrali e di danza, oltre che concerti. Per questo, la nostra idea è proprio quella di dare più funzione allo spazio&nbsp;attraverso lo sport e la cultura, che possono effettivamente combinarsi".

Nel corso del panel, è quindi arrivato anche il parere dell'avvocato partner di Ontier Giuseppe Fabrizio Maiellaro, secondo il quale, "a livello normativo il momento è propizio perché negli ultimi anni si è notato che il legislatore ha cominciato a sviluppare una maggiore attenzione su una serie di obiettivi,&nbsp;che vanno tutti nella direzione di mettere a disposizione dei territori, degli enti e&nbsp;dei privati, procedimenti amministrativi più semplici, più agili". Ha continuato: "Il&nbsp;Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ci ha dato una bella lezione, nel bene e nel male mettendo&nbsp;a dura prova soprattutto&nbsp;le amministrazioni, venendo queste trattate&nbsp;come delle imprese. Però è stato anche un'ottima palestra per allenare le nostre menti giuridiche e a far funzionare i procedimenti in leggerezza. In questo il settore sportivo ne ha&nbsp;beneficiato".

Giuseppe Fabrizio Maiellaro ha poi ricordato: "Nel 2021 si è cercato di rendere più efficienti i procedimenti relativi agli impianti sportivi, soprattutto quelli che mettono a disposizione spazi per imprese private interessate a presentare proposte di rigenerazione. A questo si è aggiunta la norma del cosiddetto 'decreto 25', che purtroppo risponde alla solita logica emergenziale tipica della legislazione italiana: un intervento d’urgenza pensato per i grandi eventi del programma di governo. Dentro questo scenario, il cuore del discorso resta sempre la normativa sulle infrastrutture e sulle opere pubbliche, che negli ultimi anni sta tentando di cambiare pelle. Perché sta cambiando? Perché sono entrati in gioco due principi che storicamente non erano considerati centrali: il principio del risultato e il principio della fiducia. E quest’ultimo è forse il più rivoluzionario. Il nuovo Codice dei contratti pubblici, che pure è una norma amministrativa, per la prima volta si sgancia da una logica puramente formale e mette al centro il risultato. Ma soprattutto introduce il principio della fiducia: fiducia nei funzionari pubblici, nei processi di aziendalizzazione e nelle imprese. Per anni, infatti, le imprese sono state viste come avversarie del settore pubblico, non come partner. È su questo terreno che si colloca la grande opportunità del partenariato pubblico-privato (PPP). Non è uno strumento nuovo: esiste da tempo, ma è nato in un periodo sfortunato. Oggi, il PPP può finalmente funzionare perché nasce sotto l’ombrello dei nuovi principi di legge. Ma cos’è esattamente? È un’operazione giuridica e tecnica in cui pubblico e privato collaborano: possono creare una società mista per gestire grandi interventi oppure stipulare un contratto in cui il privato apporta capacità tecnica, risorse economiche e know-how, ottenendo in cambio uno spazio temporale adeguato per recuperare l’investimento. I vantaggi sono evidenti: le imprese mettono a disposizione un know-how tecnico-finanziario spesso assente nella pubblica amministrazione, che oggi soffre anche di carenze di bilancio; il privato, dal canto suo, ottiene la possibilità di gestire nel lungo periodo l’opera realizzata, traendone profitto. Nel settore della musica – come emerge dai numeri mostrati in precedenza – sembra essere lo strumento ideale per operazioni complesse".Ha concluso: "Resta però un grande nodo: superare la logica dei compartimenti stagni, anche a livello legislativo. Come ricordato poco fa, intervenire sulle infrastrutture significa attivare tutto un ecosistema: territorio, trasporti, commercio, materiali, manodopera (con le relative clausole sociali). Per farlo serve una mentalità basata su competenze integrate. È ciò che stiamo cercando di promuovere anche in questo tavolo di lavoro: senza sinergia non si va da nessuna parte. E qui vale sempre la regola fondamentale del buon management: serve un approccio attivo, consapevole e orientato agli effetti reali. Sempre".

Alla domanda su quali possono essere le&nbsp;ricadute a livello sociale, è intervenuta l'avvocato partner di Ontier Natalia Bagnato, la quale ha affermato: "Ci possono essere risvolti sociali importanti: non solo una sinergia - che già esiste o sta nascendo - ma una vera e propria alleanza per il futuro, legata ai bisogni e alle identità sociali delle nostre comunità. Oggi, infatti, non stiamo parlando soltanto di musica, di sport o di rigenerazione urbana: stiamo parlando di come vogliamo immaginare le nostre comunità nel futuro. Le comunità stanno cambiando e devono cambiare. Siamo in un momento di transizione, soprattutto ecologica, di cui sentiamo parlare continuamente, e le ricadute si vedono direttamente all’interno delle città". Ha continuato: "In questi giorni si sta svolgendo la Conferenza delle Parti in Brasile e si sta cercando di raggiungere nuovi accordi globali. In questo quadro, progettare città e spazi comuni che rispettino le esigenze della transizione ecologica non è solo auspicabile: è decisivo. L’Italia, da questo punto di vista, è un territorio fragile ma anche un laboratorio perfetto. Potremmo diventare un modello europeo, valorizzando gli strumenti del partenariato pubblico-privato di cui si è parlato prima, e raccontare una storia diversa: una storia di istituzioni presenti, in dialogo con il mondo della cultura. Abbiamo la musica, che parla un linguaggio universale; lo sport, che ha un enorme potere aggregativo internazionale; e un’Europa che ha scelto di continuare a investire su transizione ecologica, cultura e giovani". Ha concluso:&nbsp;"Gli strumenti ci sono. E dobbiamo farlo anche in nome delle generazioni future, come riconosciuto dalla nostra Costituzione, che oggi richiama esplicitamente la tutela dell’ambiente e delle condizioni di vita dei più giovani. Creare sinergie e alleanze non è solo auspicabile: è necessario. Solo così possiamo affrontare le sfide presenti e future in modo davvero efficace".

MMW25, report: il panel ‘Musica e sport: un futuro insieme?’

Come due settori che rappresentano “importanti leve" per il Paese possono creare sinergie

Si terrà domani, mercoledì 19 novembre, alle ore 18,30, presso la Palazzina Appiani di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel - presentato da Pirames - “La musica italiana: come si colloca nello scenario globale? Sfide ed opportunità”.

L’incontro vuole offrire - spiegano gli organizzatori - “un quadro sul ruolo della musica italiana nel contesto internazionale, analizzando le dinamiche che ne influenzano la diffusione, il riconoscimento e l'evoluzione”.

L’On. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei deputati aprirà il dibattito, rappresentando il punto di vista delle istituzioni rispetto alle criticità che l’industria musicale affronta nella valorizzazione del repertorio popolare contemporaneo italiano all’estero. Moderati da Davide Poliani, giornalista responsabile di MusicBiz di Rockol, interverranno: Massimiliano Pani, proprietario e direttore artistico di PDU Music&amp;Production nonché produttore ed arrangiatore, tra gli altri, anche di Mina, l’avvocato Vittorio Costa, legale esperto in Diritto d’autore, Gianluigi Chiodaroli, Presidente di Itsright e Federico Montesanto, CEO di Pirames. Un confronto per approfondire il cambiamento dello scenario musicale, anche alla luce dell’accelerazione tecnologica degli ultimi anni. Dalla tutela degli indipendenti italiani rispetto alle politiche delle piattaforme digitali, all’intelligenza artificiale, fino alla necessità di proteggere non solo il patrimonio musicale, ma anche l’immagine storica degli artisti da fenomeni come quello del voice cloning. E ancora, verrà analizzato come la popolarità globale dei repertori italiani si traduca in flussi economici, anche in termini di diritto connesso, senza dimenticare le possibili violazioni dei diritti italiani nel mondo in assenza di una normativa adeguata.

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/event/av7ekq-la-musica-italiana-nello-scenario-globale-19th-nov-palazzina-appiani-donore-milano-tickets">questo indirizzo</a>.

MMW25, domani il panel ‘La musica italiana'

Mercoledì 19 novembre, alle ore 18,30, presso la Palazzina Appiani

Si è tenuto negli spazi del Dazio di Levante di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel, presentato da SCF, “Metadati, codici e trasparenza: come garantire il futuro della musica nell’era digitale”. In un ecosistema musicale sempre più complesso, digitalizzato e globale, i metadati rappresentano la spina dorsale della filiera: sono infatti lo strumento che garantisce tracciabilità, correttezza nelle attribuzioni ed equa remunerazione per tutti gli aventi diritto. Un’esplorazione dettagliata del ruolo dei principali codici standard – ISRC, ISWC, EAN e altri – come elementi fondamentali per l’efficienza nella gestione dei diritti musicali e la sostenibilità economica della musica in un confronto tra esperti, per analizzare le sfide attuali e orientare lo sguardo verso la costruzione di un futuro quanto più equo e interoperabile per l’industria musicale. 
 
All’incontro, moderato da Davide Poliani di Rockol, hanno preso parte Carlo Tinuper (Head of Repertoire &amp; Music Reporting di SCF), Alessandro Grassi (Director Music Copyright &amp; Repertoire di SIAE) e Maria Francesca Palermo (Music Content Manager, Label Services &amp; Digital Assets Coordinator di Flipper Music). “L’ISWC è la carta di identità di un’opera musicale. È un dato fondamentale e viene assegnato una volta sola a un’opera. Non viene assegnato a un remix o a un nuovo arrangiamento. Ha un valore anche certificativo – spiega Grassi – serve a fare il match con tutte le piattaforme, ci permette di tracciare ovunque quel brano venga utilizzato in modo da distribuire equamente le royalties. Senza questo codice le royalties non si potrebbero raccogliere”. 
 
“Senza determinate numeriche, come il codice EAN, la musica non ci arriverebbe, e non potrebbe essere tracciata, non potremmo sapere quanto ha venduto per esempio. Ogni prodotto digitale o fisico deve avere codici univoci ovviamente”, sottolinea Maria Francesca Palermo. “Un tema fondamentale è la consapevolezza – dice Tinuper – capire perché questi codici sono importanti. Il codice ISRC (Codice Standard di Registrazione Internazionale), per esempio, fornisce il modo per garantire l’unicità dei supporti audio e video musicali, identificandoli a livello internazionale. Si tratta di uno dei dati cardine per individuare in maniera univoca, è importante che questi dati vengano assegnati nelle fasi di creazione di un’opera musicale”.

MMW25: il report di “Metadati, codici e trasparenza”

Un panel presentato da SCF sulla spina dorsale della filiera. 

Si terrà domani, mercoledì 19 novembre, alle ore 17,30, al Dazio di Levante, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel “Production music: Diritti, opportunità e regole della sincronizzazione”.

Presentato da NUOVOIMAIE, l’incontro è centrato sulla sincronizzazione musicale, considerato uno degli ambiti più dinamici e in crescita dell’industria musicale: cinema, serie e social media richiedono ogni giorno nuove musiche, composizioni originali o brani già editi. Ma come funziona esattamente il mondo delle sincronizzazioni e quali sono i diritti in gioco? Il panel affronta il tema analizzando i meccanismi contrattuali e, il ruolo delle collecting e i nuovi modelli di monetizzazione.

Al panel, moderato da Davide Poliani di Rockol, interverranno&nbsp; Mariangela Liuzzi (Avvocato, titolare e fondatrice studio Liuzzi Media Law), Charlie Marchino (Head of Music di Banijay, il Presidente di NUOVOIMAIE Andrea Miccichè e Mike Sponza (Music &amp; Licensing Director di M-CUBE).

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/3o3ggp-diritti-opportunit-e-regole-della-sincronizzazione-19th-nov-dazio-levante-arco-della-pace-milano-tickets?dice_campaign=Butik+S.r.l.+Impresa+Sociale&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7568646&amp;dice_tags=organic">questo indirizzo</a>.

MMW25, il panel ‘Production music: Diritti, opportunità e regole’

Mercoledì 19 novembre, alle ore 17,30, al Dazio di Levante

Si è tenuta negli spazi della Palazzina Appiani di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel “Introducing Music Business Association”. L’evento, targato Pirames, ha presentato ufficialmente in Italia la Music Business Association (MBA), la più influente organizzazione internazionale dedicata all’industria musicale. Fondata nel 1958 e con sede negli Stati Uniti, MBA è un’associazione commerciale basata sull’adesione dei membri, con la missione di connettere, educare e creare empowerment per la comunità globale dell’industria musicale. Introdotta da Federico Montesanto, CEO di Pirames, è intervenuta Sonya Askew, director of Membership &amp; Academic Partnership della Music Business Association, per raccontare la realtà di MBA. 
 
“Si tratta di un modello inclusivo e collaborativo che riunisce l’intera filiera musicale sotto un unico tetto. Dai titolari di diritti agli utilizzatori, major, editori, distributori, collecting, artisti, produttori, fino ai fornitori di tecnologie e agli aggregatori – sottolinea Montesanto - MBA rappresenta oggi oltre il 90% della comunità mondiale del business musicale, con membri attivi in tutto il mondo. Un approccio volto a creare connessioni tra diverse realtà favorendo il dialogo e la crescita collettiva, che si affianca ai modelli tradizionali di rappresentanza e si propone come un’alternativa efficace per affrontare le sfide globali del settore. È una filiera che si raduna per fare business, per questo è un modello che per noi è un onore presentare. Noi come azienda Pirames abbiamo avuto dei benefici aderendo a questa realtà”. “Coinvolgiamo oltre trenta nazioni, oltre ottocento compagnie, oltre duemila realtà individuali – ricorda Sonya Askew – un aspetto per noi importante è quello che riguarda la creazione di eventi ad hoc per coinvolgere i nostri partner. Un altro aspetto è quello della formazione. Alla base di tutto c’è la connessione tra i nostri membri”. 
 
Durante il panel, moderato da Giampiero Di Carlo, editore e CEO di Rockol, sono stati presentati i risultati della ricerca condotta da Luminate, azienda leader nella raccolta e analisi di dati per l’industria dell’intrattenimento. Lo studio ha fornito una panoramica dettagliata sui trend in termini di scoperta e fruizione della musica a livello globale, Italia compresa, con dati che spaziano dalla capitalizzazione dei super fan al comportamento della Gen Z, passando per l’interazione tra musica e gaming, l’analisi delle abitudini di ascolto on demand attraverso le piattaforme di gioco, fino a quelli sulla musica live. “Ci sono spunti interessanti, in particolare quelli sulla segmentazione – spiega Askew – sulla radio, che è tutt’altro che morta, e sui superfans. Da una parte ci sono ascoltatori casuali, dall’altra fan legatissimi ai propri idoli. La prospettiva da cui si osservano certi fenomeni può cambiare tutto”.

MMW25: report sull’introduzione alla Music Business Association

La presentazione della più influente organizzazione internazionale dedicata all’industria musicale. 

Si terrà domani, mercoledì 19 novembre, alle ore 16,30, al Dazio di Levante, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel “Musica e futuro: come costruire una carriera che resista al tempo e alle mode”. Presentato da NUOVOIMAIE, l’incontro affronta il tema di come intraprendere una carriera musicale in un contesto in continua evoluzione, dove la musica è sempre più accessibile, ma anche più complessa da sostenere come professione.

Moderato dalla giornalista e Ufficio Stampa di NUOVOIMAIE Cristiana Tomei, ha per ospiti Dodi Battaglia, musicista - solista e con i Pooh - e portavoce della collecting, il giovane artista Ciofi, l’autore Daniele Chiarolanza, il produttore, discografico ed editore Max Moroldo e il Direttore Generale di NUOVOIMAIE Maila Sansaini.

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/rywnar-costruire-una-carriera-che-resiste-a-tempo-e-mode-19th-nov-dazio-levante-arco-della-pace-milano-tickets?dice_campaign=DICE&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7569792&amp;dice_tags=organic">questo indirizzo</a>.

MMW25, domani il panel ‘Musica e futuro’

Mercoledì 19 novembre, alle ore 16,30, al Dazio di Levante

Edizioni Curci ha annunciato ufficialmente di aver acquisito Nuova Nassau, la società editoriale fondata da Paolo Antonacci, che negli ultimi anni ha firmato importanti hit del panorama musicale italiano come “Tango”, “Sinceramente”, “Incoscienti Giovani”, “Storie Brevi”, “I P’ Me, Tu P’ Te”, “Mon Amour”, “Pazza Musica” e “Taxi Sulla Luna”.

“Una raccolta di successi che testimonia il ruolo centrale di Nuova Nassau nell’attuale scena pop italiana”, ha commentato la storica società di edizione guidata da Alfredo Gramitto Ricci: “Con questa operazione Edizioni Curci rafforza ulteriormente la propria presenza nel mercato, accogliendo un catalogo di altissimo valore e consolidando una visione editoriale orientata alla qualità e alla contemporaneità”.

“L’ingresso di Nuova Nassau nella nostra famiglia rappresenta un passo molto importante e naturale nel percorso di espansione che da diverso tempo stiamo portando avanti con coerenza nell’acquisizione di cataloghi italiani e siamo felici di lavorare per continuare a valorizzare canzoni che negli ultimi anni hanno contribuito in modo decisivo a definire il suono della musica in Italia e non solo”, hanno fatto sapere, in una dichiarazione congiunta, Alfredo e Guendalina Gramitto Ricci, rispettivamente Presidente e COO&nbsp;di Edizioni Curci.

Edizioni Curci ha acquisito Nuova Nassau

La storica società di edizioni ‘rafforza ulteriormente la propria presenza sul mercato’

Si è svolto oggi alla Palazzina Appiani il panel "Streaming non significa gratis: i&nbsp;diritti connessi dell’era digitale", un'accurata fotografia della situazione odierna e una dichiarazione d'intenti rispetto al futuro dei diritti connessi. Il talk, presentato da NuovoIMAIE, ha analizzato l'impatto dello streaming nelle economie degli artisti&nbsp;di oggi, con gli interventi di&nbsp;Andrea Miccichè (presidente NuovoIMAIE),&nbsp;Rossella Perruso (Key Account Manager Media &amp; Entertainment GFK),&nbsp;Lodovico Benvenuti (direttore dell’Ufficio Europeo di IFPI) e la moderazione di Giampiero Di Carlo,&nbsp;Editore e CEO Rockol.

Il titolo del panel presenta un dato di tutta evidenza: lo streaming, ovvero la principale fonte di introiti del mercato della musica registrata, ha un sistema di ripartizione dei compensi i cui numeri sono spesso controversi. "I nostri dati, basati sulle interviste di 9.000 panelisti over 14,&nbsp;ci dicono che 9 italiani su 10 ascoltano abitualmente musica, il 38% di essi dichiarano di ascoltarla spesso e che è una parte importante della loro vita" spiega Rossella Perruso. "La percentuale aumenta a oltre il 50% in caso di segmenti giovani della popolazione". I supporti utilizzati, riscontra GFK NIQ, sono vari, ma oltre il 40% degli italiani ascolta la musica attraverso lo streaming, una percentuale in netta crescita. "Tra i giovani, però, lo streaming è il supporto preferito con una percentuale che oscilla tra il 62 e il 59%". Insomma, è uno strumento che è destinato a diventare sempre più importante nelle dinamiche di mercato, ancora più di quanto lo sia attualmente.

E' questo uno dei motivi per cui Andrea Miccichè "I diritti esclusivi sono quelli che permettono agli aventi diritto di decidere in merito dell'utilizzo di un fonogramma; tra questi è entrato da pochi anni anche il diritto di messa a disposizione. Un'altra grande famiglia di diritti è quello dei diritti a compenso, che fa sì che si possano utilizzare i fonogrammi a fronte di un equo compenso" spiega. "Spotify, però, ha in un certo senso mischiato le due famiglie dei diritti: gli utenti free di Spotify, ad esempio, usufruiscono del servizio in maniera molto più simile alla radio, con dei brani messi a disposizione casualmente. Quando l'audio&nbsp;è abbinato a un video, inoltre, entriamo nell'ambito dell'audiovisivo; con i podcast in cui la musica in sottofondo viene sincronizzata si aprono una serie di altri scenari ancora. La materia è complicata". Il problema tocca non solo (o non tanto) gli artisti principali, ma anche gli artisti comprimari: "Molti di loro non hanno contratti che prevedono una compartecipazione dei ricavi. Noi, come NuovoIMAIE, abbiamo al centro i diritti degli artisti, e abbiamo la sensazione che di quei diritti Spotify non abbia sempre tenuto conto" dice Micciché. E dopo mesi di silenzio e di respingimento al mittente delle nostre istanze ci siamo visti costretti a intraprendere un'azione giudiziaria, che speriamo non finisca in tribunale ma che trovi una risoluzione in altra sede".

Lodovico Benvenuti non si pronuncia sul tema Spotify nello specifico, ma sottolinea che anche IFPI ha al centro i diritti degli artisti. "I dati ci confermano che la massima fonte di remunerazione per gli artisti sono i servizi streaming a pagamento, e dobbiamo essere ottimisti sullo sviluppo del nostro mercato: c'è un potenziale di crescita importante, e questo non potrà che andare a beneficio degli artisti" dice. "Duole però riscontrare che mezzi ancora importanti, come la radio, paghino oggi agli artisti un decimo di quello che ad esempio paga YouTube. E' paradossale che dopo il tema del value gap affrontato negli anni scorsi si sia arrivati a questo". Proprio YouTube era stata sanzionata da AGcom per la mancata rendicontazione a NuovoIMAIE sui passaggi degli artisti, un caso unico al mondo. "Ma non ne stanno fruendo gli artisti, se non per le royalties che alcuni di essi percepiscono dalle case discografiche: probabilmente un decimo del totale" sottolinea Micciché. "Molti dei nostri artisti da YouTube non percepiscono un centesimo. E' un totale far west: la direttiva copyright dice cose molto precise, ma ogni volta che ci troviamo a un tavolo a negoziare i diritti per i nostri assistiti, è come se quelle norme non fossero mai state scritte".

Non è chiaro, secondo NuovoIMAIE, la cifra trattenuta da chi intermedia, né quanti aventi diritto beneficino effettivamente di questi proventi (ma dovrebbe essere una parte estremamente minoritaria, temono). "Per fare le battaglie sul value gap si era utilizzato il volto degli artisti, ma una volta ottenuto il risultato sono stati dimenticati: chi sta beneficiando del value gap non sono gli artisti" dice Micciché. IFPI, nella persona di Benvenuti, dissente: "Ovviamente lo streaming ha rappresentato un cambiamento epocale nell'accesso che gli artisti hanno al mercato: sono una platea molto più ampia, ed è evidente che la fetta di coloro che vivono effettivamente della propria attività musicale è inferiore" commenta. "Lo sforzo delle case discografiche è proprio quello di far sì che sempre più artisti abbiano accesso a una fonte di remunerazione, ma dire che la stragrande maggioranza degli artisti non percepisce proventi è una visione parziale".

Il quadro normativo, secondo Micciché, non è malvagio in sé: "Ma un sistema con molte collecting non facilita il flusso di pagamenti" osserva. "In Italia, rispetto ad altri paesi come la Spagna o la Francia molto simili a noi, la raccolta dei diritti connessi corrisponde alla metà, e i motivi meriterebbero un dibattito a parte. La frammentazione, però, aiuta a far sì che si paghi poco o che non si paghi affatto. Lo sportello unico è un tema che ci vede vicini a SCF, ma purtroppo restiamo inascoltati". Anche Benvenuti auspica che la platea si allarghi: "In un mercato competitivo, siamo comunque tutti sullo stesso fronte" chiosa. Un altro grande problema è senz'altro la consapevolezza degli artisti e dei diretti interessati: "L'immaterialità del diritto d'autore crea una via di fuga psicologica, ma il diritto connesso va pagato. E gli addetti ai lavori e gli artisti dovrebbero essere sempre più consapevoli".

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MMW25, report: il panel 'Streaming non significa gratis'

I diritti connessi dell’era digitale raccontati da NuovoIMAIE

Si parla di catalogo e classici alla Milano Music Week al panel “(Still) Wish You Were Here: anatomia di un capolavoro”, presentato da Rockol in collaborazione con Sony Music Italy e dedicato al classico dei Pink Floyd, che uscirà in una versione espansa per i 50 anni a dicembre. A coordinare i lavori Nino Gatti, storico e archivista dei Pink Floyd. Presente anche Stash, leader dei The Kolors e grande appassionato della band.

“È musica di un’attualità sconcertante, nonostante siano passati più di 50 anni”, spiega Luca Fantacone, Director Catalogue di Sony Music Italy, che pubblicherà la ristampa del classico, prima di introdurre un ascolto di “Shine On You Crazy Diamond” su un giradischi posizionato sul palco. 
Qualche minuto di religioso silenzio, poi a parlare del suo rapporto con l’album è Stash. “Per me è l’album più coerente e fluido della mia band preferita. Quando si fa musica è difficile ascoltare la propria, ma spesso i Pink Floyd hanno raccontato che questo è il loro disco preferito. È la loro quintessenza, l’ultimo veramente organico con contributi di tutto il gruppo. Ha avuto un’influenza quasi concettuale su di me e su come faccio musica.” 
“È la punta di diamante della loro discografia”, sintetizza il cantante.

“In un contesto artistico opposto a quello corrente, dove moltissime cose sono già state fatte, al tempo c’era più spazio per la sperimentazione”, spiega Fantacone. “Il risultato è questa musica che è passata per i decenni. Abbiamo iniziato facendo una cosa che non si fa più: ascoltare musica senza fare nient’altro. Una delle grandi differenze rispetto a oggi è che chi faceva musica allora sapeva come poi veniva ascoltata.”

Nino Gatti racconta che “Wish You Were Here” è un disco sull’assenza, un disco che celebra il loro amico di adolescenza e pifferaio magico che non c’è più, Syd Barrett. Viene rievocato il famoso aneddoto del primo leader della band che si presentò in studio, irriconoscibile, durante le sessioni del disco. Viene fatta ascoltare una demo di “Welcome to the Machine”, accompagnata da un lyric video che sarà incluso nella ristampa. Gatti racconta come quella canzone sia sostanzialmente un brano sullo show business e sui prezzi che richiede: questo è quello che è successo a Barrett.

“La ‘machine’ oggi è più presente che mai”, commenta Stash. “Io mi sento fortunato, perché nonostante siano belli i nostri numeri, credo ci sia un allineamento di pianeti e di tendenze. Io il sistema lo sento, ma sento anche che c’è una voglia di cambiare: noi stiamo lavorando al nuovo disco, venendo da un percorso di singoli, ma lo facciamo con un percorso di racconto più ampio. Il pop ha sofferto molto questo tipo di machine.” E per ribadire il suo essere fuori dagli schemi, Stash imbraccia la chitarra e suona per il pubblico una bella versione di “Wish You Were Here”.

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La riedizione&nbsp;di "Wish you were here" per il cinquantennale uscirà il 12 dicembre per&nbsp;Sony Music&nbsp;(si può già preordinare sul&nbsp;<a href="https://bio.to/PFWYWH50" target="_blank">sito ufficiale</a>, in vari formati: 3LP, 2CD, Blu-ray, digitale e cofanetto deluxe. L’edizione digitale comprenderà l’album originale del 1975 con un nuovo mix in Dolby Atmos realizzato da James Guthrie&nbsp;Include inoltre 25 brani bonus composti da 9 rarità da studio e 16 registrazioni dal vivo realizzate dal celebre bootlegger Mike Millard al concerto dei Pink Floyd alla Los Angeles Sports Arena del 26 aprile 1975 (qui pubblicate ufficialmente per la prima volta). L’audio dal vivo è stato restaurato e rimasterizzato da Steven Wilson. L’edizione Blu-ray permette inoltre ai fan di vedere 3 dei filmati proiettati nei concerti del tour del 1975, oltre a un cortometraggio di Storm Thorgerson.Il cofanetto deluxe contiene anche un quarto LP in vinile trasparente, “Live At Wembley 1974”, una replica del singolo giapponese 7” “Have A Cigar” / “Welcome To The Machine”, un libro cartonato con fotografie inedite, un comic book con il programma del tour e un poster del concerto di Knebworth. Su PinkFloyd.com saranno disponibili il merchandise esclusivo per il 50° anniversario e alcune edizioni limitate.

MMW25, report: (Still) Wish You Were Here

Stash e Sony Music raccontano il capolavoro dei Pink Floyd

Si è svolto oggi alla Palazzina Appiani il panel "The changing sound of the business: a fireside chat with Frank Briegmann", una conversazione aperta e informale sullo stato dell'arte dell'industria musicale odierna con&nbsp;Frank Briegmann, Chairman &amp; CEO di Universal Music Central Europe e Deutsche Grammophon, e moderata da Marta Cagnola. Molti gli argomenti sul tavolo: dall'impatto dello streaming sulle dinamiche di mercato alle sfide e opportunità dell'AI, passando dall'importanza della cosiddetta glocalization (vedi il caso del mercato italiano).

Gli esordi di Briegmann sono stati nel marketing e nella finanza, materie in cui si è laureato nel 1996. "Ho capito ben presto di voler lavorare per una label, dove ho ricoperto un po' tutti i ruoli. Nel 2004 sono entrato in Universal, inizialmente come CEO per la Germania e poi per molti altri mercati, fino ad arrivare a oggi" racconta. "Quando ho iniziato negli anni '90 il mercato era completamente diverso, basato sul CD e sui rivenditori fisici. Con l'avvento degli mp3 abbiamo capito che i consumatori erano più interessati a una forma liquida e immateriale: avevamo un ottimo business model ai tempi, ma all'improvviso non era più valido". Un momento difficile, anche perché era difficile trovare un nuovo modello di remunerazione per gli artisti. "Le cose sono cambiate con l'arrivo di Apple e di iTunes e poi dello streaming. E' stato un nuovo cambio di paradigma:&nbsp;è come se oggi gli ascoltatori 'affittassero'&nbsp;la musica a un prezzo mensile fisso anziché comprarla".&nbsp;

Inizialmente,&nbsp;dice Briegmann, la domanda è stata: vogliamo davvero dare tutti i nostri cataloghi in mano alle piattaforme di streaming? La risposta&nbsp;è sì: "Ora abbiamo un modello che funziona. Il problema, però, è che c'è un'altra rivoluzione in arrivo, quella dell'AI, che probabilmente cambierà di nuovo tutto. Dobbiamo abbracciare il cambiamento e vederne le opportunità, altrimenti sarà molto difficile: ma dobbiamo essere anche molto fermi sulla questione del copyright". In questo senso è stata lanciata la Responsible AI Initiative: "Credo che sia una rivoluzione prima ancora che un'evoluzione, perché vogliamo dare il benvenuto all'intelligenza artificiale, ma in una cornice di uso legittimo, con licenze trasparenti, remunerazioni, protezione degli artisti anche in termini di voce e immagine. L'AI generativa deve essere etica".&nbsp;

Un esempio è quello dell'accordo con Udio: "Abbiamo voluto generare un modello che permetta a creator e consumatori di utilizzare la musica in prodotti come remix o&nbsp;mash-up, oppure di realizzare cover di artisti che cantano canzoni di altri artisti. Finché tutto ciò accade con un'apposita licenza, va tutto bene, anzi, è un'opportunità elettrizzante. E' anche un modo interessante per far crescere il mercato: in base alle nostre ricerche, il 20% dei superfan è interessato a interagire con la musica in questo modo, perché spesso sono a loro volta creator sui social". Tutto ciò, però, deve partire sempre dal consenso esplicito dell'artista: "Per noi è importantissimo avere l'autorizzazione dei diretti interessati e soprattutto essere sicuri che i profitti vadano poi agli aventi diritto". Le tech company, in poche parole, devono rendersi conto che non tutto è gratis e che c'è una cornice legislativa in cui muoversi, anche in termini economici.

Un altro importante fronte di novità è quello della glocalization: "Lo streaming ci ha dato accesso a musica che arriva da ovunque" riflette Briegmann. "Tutto il repertorio può viaggiare ovunque nel mondo, non solo quello anglosassone: guardate Mahmood, i Meduza o Andrea Bocelli. Guardate il k-pop o l'afrobeats. Le nicchie, se analizzate a livello mondiale, diventano numeri molto interessanti". Anche i cataloghi stanno senz'altro dimostrando che i confini, anche temporali, non sono più un tema. "Più il pubblico interagisce con la musica, e più noi avremo l'opportunità di mostrare ciò che ancora non conosceva del repertorio musicale". Diventare una superstar globale, però, non è ovviamente qualcosa che si può calcolare a tavolino: "Deve partire tutto da una spinta genuina, le etichette entrano in gioco solo in un secondo momento nel facilitare il lavoro dell'artista" dice. "Non si può scendere a compromessi per ottenere successo, bisogna connettersi a livello emozionale con gli ascoltatori, non c'è una ricetta. Se ce l'avessi, probabilmente oggi non sarei qui".

Rispetto agli altri mercati europei, in questo momento l'Italia è in una posizione felice: "Quasi il 90% delle classifiche è occupato da artisti locali e frontline, e questo ci dà l'opportunità di investire nel vostro mercato locale. Vedo molto potenziale di crescita, anche in termini di penetrazione dello streaming: se compariamo il vostro mercato a quello del nord Europa, ad esempio, le persone abbonate a un servizio di streaming è molto più basso, il che vuol dire che potrebbe aumentare di parecchio". Oltre agli investimenti è necessario il supporto delle istituzioni locali: "Per giustificare i nostri ingenti investimenti è importante avere un appoggio su&nbsp;questioni come la copia privata o il tax credit" sottolinea.

Infine, un commento sul caso UMG-Downtown: "In Universal crediamo fermamente negli ecosistemi, formati da major e indipendenti" dice Briegmann. "Siamo leader di mercato nell'ambito delle label, ma non ancora abbastanza forti nel campo dei servizi per gli artisti: ecco perché, nell'ottica di dare loro un supporto imprenditoriale, abbiamo realtà come Virgin Music Group, o abbiamo acquisito Downtown". Per UMG si tratta di un segmento completamente diverso del mercato, e non dello stesso in cui operano loro in qualità di major: "Proprio perché abbiamo bisogno di un mercato indipendente fiorente, vogliamo fornire alle realtà indie tutti gli strumenti per prosperare nel loro ambito. E' questo il bello del mercato odierno: ogni artista può fare una scelta, e avrà ogni opportunità di prosperare se vorrà e potrà".&nbsp;&nbsp;

MMW25, report 'The changing sound of the business'

Una conversazione con Frank Briegmann, CEO di Universal Music Central Europe e Deutsche Grammophon

Potrebbe essere tutto meno che vicino l’accordo tra discografia e organizzatori del prossimo Festival della Canzone Italiana: come riferito da Fanpage - e confermato a Rockol da fonti dell’industria, nel contratto proposto dalla Rai all’industria della musica registrata sarebbe stata inserita una clausola che impone alle etichette di assumersi la responsabilità del comportamento dei propri artisti in occasione delle esibizioni sul palco del Teatro Ariston. Accettare questa condizione implicherebbe, da parte delle aziende, l’assunzione di un notevole rischio economico, sia in termini di responsabilità civile - per esempio, la distruzione delle fioriere da parte di Blanco - che penale (per esempio, in caso di dichiarazioni considerate diffamatorie, e per le quali possa venire avanzata una richiesta di risarcimento - da parte dei concorrenti).

Fonti vicine al settore hanno fatto sapere di ritenere “inaccettabile” questa clausola e di aver già rispedito al mittente la bozza di contratto contestata.

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Sanremo 2025, la clausola che allontana l’accordo con le label

La Rai chiede che le etichette si assumano le responsabilità del comportamento degli artisti

Si è tenuto nella mattina di oggi, martedì 18 novembre, presso la Palazzina Appiani di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel - presentato da Rockol - “La ‘Everything App’: dalla playlist all’assistente, la musica nell’era degli ‘agenti’ personali”.

All’evento, moderato dal CEO di Rockol Giampiero Di Carlo, sono intervenuti Lucia Maggio (CEO di 42 Lawfirm), Luca Stante (Presidente di Audacia Innovations) e Marco Alboni.

“La ‘<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-754560/chatgpt-spotify-e-la-nascita-della-everything-app">everything app</a>' non collega i servizi, li ingloba in un unico ambiente intelligente, in grado - attraverso l’AI - di conoscere alla perfezione l’utente”, spiega Di Carlo nell’introduzione all’incontro: “L’agente personale interpreta tutto - dati, contesto, linguaggio naturale, cercando di unificare tutte le funzioni, musicali e non solo. L’agente personale è il motore cognitivo di questo sistema, all’esterno delle quali ci sono le funzioni integrate e attori come artisti, media, creator, brand, label, finTech e altro”.

La everything app “interferisce” il lavoro ordinario di una label? Possono rappresentare un super-intermediario in grado di “intromettersi” nelle operazioni delle etichette? “Non è facile dare risposte, al proposito: in verità, queste cose già ci sono”, spiega Alboni: “La natura delle label, negli ultimi anni, è di amplificatori di qualcosa che già c’è. Oggi si pubblica senza necessità di avere un contratto discografico. Il ruolo delle multinazionali, specie nei mercati emergenti, è quello di fornitori di servizi più che di sviluppo artistico. Questa situazione muterà, anzi, sta già mutando. E lo si noterà soprattutto nell’ambito - già rivoluzionato dalla crescita del digitale - delle operazioni riguardanti i dati di consumo”.

Come evolverà, quindi, il ruolo dei produttori di contenuti? “La musica è un bene immateriale, facilmente attaccabile e imbrigliabile dalle innovazioni”, prosegue Alboni: “Resterà comunque difficile rinunciare all’aspetto umano”.

Sul fronte legislativo, “stiamo assistendo a un cambio filosofico della figura dell’autore”, osserva Maggi: “Le composizioni musicali, oggi, sono corali, a causa dello sviluppo di collettivi creativi che lavorano su Web: è caduto lo stereotipo 'classico'&nbsp;dell'artista che crea in solitaria. Oggi l’autore ha nuove forme. La legge non è ancora adeguatissima, al riguardo: se interviene l’AI nel processo creativo, la legge italiana - per rendere proteggibile l’opera - impone che la stessa sia frutto dell’ingegno umano. Anche questa è una scelta filosofica. Questa linea è condivisa dall’80% dei paesi che hanno legiferato sull’AI. L’intelligenza artificiale può essere usata, ma come strumento, andando a integrare un contributo umano significativo. Quanto significativo, ce lo diranno i giudici”.

L’AI potrà diventare un soggetto contrattuale? “No, perché dovrebbe avere capacità giuridiche”, aggiunge Maggi: “Oggi le responsabilità dell’AI ricadono sugli sviluppatori (per il training) e sugli utilizzatori (per l’output)”.

Quali sono i dubbi dell’artista, oggi, riguardo l’AI?&nbsp;“La sensazione - da un&nbsp;punto di vista 'artistico' - è che&nbsp;ci sia pochissima conoscenza tecnico-giuridica&nbsp;da parte dei&nbsp;creator che vogliano usare l’AI. E’ fondamentale, quindi, un investimento in formazione”.

E' in atto un cambio di paradigma nella fruizione musicale, che&nbsp;dalle playlist tradizionali&nbsp;sta conducendo ad&nbsp;“assistenti personali”&nbsp;come Celia, sviluppato da Audacia Innovations, tool basato sull'AI dedicato ad artisti ed etichette. “Il nostro obiettivo è sfruttare l'insieme dei big data a favore di artisti e label, limitandoci al marketing”, dice Stante: “Con un cocktail di vari strumenti, basandosi sui dati, riusciamo a raccogliere e analizzare gli insights generati su tutte le piattaforme, processandoli e mettendoli in comparazione con artisti presenti nello stesso segmento di mercato. Definendo i punti di forza e di debolezza degli artisti, i dati vengono analizzati elaborando strategie di marketing - aggiornate nel tempo sulla base dei risultati - sulle varie piattaforme”.

Come potrebbero cambiare le strategie promozionali dell’industria musicale, alla luce di questo ecosistema chiuso dove un utente vive in un ambiente unico? Cosa faranno i marketing manager delle label? “E’ difficile immaginare una forma della everything app:&nbsp;come il digitale, saranno&nbsp;in evoluzione costante”, commenta Alboni: “Un esempio significativo è quello di Weverse di HYBE, che grazie all’integrazione con WeChat rappresenta il primo esempio di ecosistema chiuso. Probabilmente uno o più agenti entrerà in questi sistemi seguendo le indicazioni singole dell’utente. La monetizzazione delle label, in questo senso, ne potrà giovare, anche alla luce della ritrovata popolarità del formato fisico non solo per gli artisti legacy: far incrociare domanda e offerta nel minor tempo possibile è fondamentale”.

Il salto di paradigma effettivo, quando si parla di “agenti personale”, è rappresentato dalla&nbsp;conoscenza del contesto:&nbsp;nell’esperienza utente della everything app l’ecosistema è chiuso. Quali sono i punti crociali che incrociano le future licenze e l’AI generativa? “Oggi si parla di far west in virtù delle moltissime cause intentate dagli aventi diritto nei confronti delle software house, che attraverso meccanismi di crawling hanno raccolto anche dati protetti, che vengono monetizzati”, spiega Maggi: “Negli USA e nei paesi anglosassoni c’è il tema del fair use, che viene invocato dalle piattaforme. In Europa, anche alla luce dell’esito della <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755271/gema-vittoria-in-tribunale-contro-openai">causa GEMA contro OpenAI</a>, i processi di training devono essere trasparenti, e rispettare l’opt-out espresso dagli aventi diritto. Le norme tra USA, Europa e Giappone, al momento, sono diverse: siamo in un momento di incertezza”.

“A breve vedremo nascere il Chat GPT marketing”, aggiunge, concludendo,&nbsp;Stante: “Queste everything app, che possono utilizzare ChatGPT, potranno operare sulle differenti piattaforme in autonomia”.